La trasposizione cinematografica del best seller “50 sfumature di grigio” di Sam Taylor-Johnson, approda sul grande schermo il 12 febbraio, interpretato da due attori giovani e di bell’aspetto come Jamie Dornan e Dakota Johnson che nel film interpretano rispettivamente il miliardario Christian e la studentessa Anastasia.
La storia è nota allo sterminato pubblico di lettori/lettrici che hanno divorato il libro, decretando un successo planetario, soprattutto per l’entusiastica adesione da parte del pubblico femminile, che si è innamorato di una storia di intenso erotismo, con molte connotazioni sado-maso, ma con il lieto fine del soft-torturatore che si innamora perdutamente della sua volenterosa vittima.
Forse anche per la straripante offerta di porno sul web, il cinema erotico stenta oggi a trovare un suo spazio; eppure, sin dai suoi esordi, lo schermo è stato molto utilizzato proprio per la rappresentazione pornografica, a partire dai filmati ormai storici del cinema muto che, visti oggi, non hanno niente da invidiare ai più recenti prodotti.
Negli anni d’oro del Vhs e poi del Dvd, prima del web, il fatturato del porno made in Usa superava addirittura quello delle Major.
La produzione cinematografica Usa non ha per molto tempo percorso le strade dell’erotismo esplicito: solo nel 1985 irrompe “9 settimane e mezzo”, con il celebre spogliarello della conturbante Kim Basinger al ritmo del nostro Joe Cocker, cui va un saluto lassù. Nel 1992 grande successo per “Basic Instinct”, noir intessuto con l’erotismo della Sharon Stone del famoso accavallare le gambe dinanzi a un imbufalito Micheal Douglas; a seguire la ballerina di lap dance in “Showgirl” del 1995, che rincitrullisce il suo ganzo con posizioni mozzafiato.
L’Europa in questo si è dimostrata più audace: nel 1972 Bernardo Bertolucci aveva ampiamente superato i confini del pudore cinematografico con “Ultimo tango a Parigi”; l’autore per questo fu processato e condannato, mentre il film venne censurato, e poi fisicamente bruciato. Ancora italiano l’erotismo celebrale a malvagio de “Il portiere di notte” di Liliana Cavani del 1974, con una trionfante Charlotte Rampling sado-nazista. E ancora “L’histoire d’O” del 1975, campione d’incassi in Francia, nel quale l’emancipazione dell’erotismo femminile divenne una specie di manifesto dell’imperante femminismo, in un contesto sado-maso morboso e anche violento, anticipato però nel 1968 dall’italiano “Justine ovvero le disavventure della virtù”, con una giovanissima e intrigante Romina Powell in versione Lolita avviata al sesso estremo nel castello del Marchese De Sade.
Senza dimenticare la pletorica produzione dei film italiani soft-erotici anni 70/80, con le varie Edwige Fenech, Gloria Guida, Giovanna Ralli, Lory Del Santo, Karin Schbert etc., che per gli adolescenti del tempo sono stati il viatico per la scoperta del corpo femminile, nascosto e negato dall’oscurantismo degli anni ’50 e ’60.
La scommessa di 50 Sfumature sarà proprio quella di rinverdire i fasti del cinema a contenuto erotico; per verificare se esiste ancora uno spazio per un cinema che visiti gli aspetti più nascosti e intriganti dell’amore e del sesso, con particolare attenzione al pubblico femminile.
Sarà interessante vederne il risultato.
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Massimo Piazza
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