Sfiggy si mette in mostra. Due appuntamenti con il personaggio del ferrarese Alessio Bolognesi
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Capita di trovarselo davanti in un sottopasso, vederlo spuntare sotto un volto o sorprenderlo a spiarci nella notte in un parcheggio. E’ Sfiggy, il pupazzo malinconico e trasformista del pittore e writer Alessio Bolognesi. Un anno fa vi avevamo raccontato la loro storia [leggi qui]. Da allora si sono moltiplicate le apparizioni di Sfiggy su muri delle città, in versione Star Wars, Boldini o hip hop.
Oggi (28 gennaio) però Bolognesi e il suo personaggio si presentano in un contesto meno underground e più istituzionale: la mostra, presso il liceo artistico Dosso Dossi, in via Bersaglieri del Po 25, delle opere che hanno partecipato alla decima edizione del Premio Niccolini della Fondazione Carife. La premiazione dei vincitori sarà alle 16 a Palazzo Crema, mentre l’esposizione inaugurerà alle 17,30.
Ma questo non sarà l’unico momento per vedere Sfiggy. Da domani fino al 31 gennaio, Bolognesi esporrà a Setup Contermporary Artfair all’Autostazione di Bologna, in piazza XX Settembre 6, una fiera d’arte contemporanea che rivolge l’attenzione agli artisti emergenti.
Il tema scelto quest’anno è l’orientamento, su cui il comitato organizzativo della Fiera in ha invitato alla riflessione curatori, galleristi ed artisti.
A tale proposito Alessio Bolognesi presenterà in anteprima – e in esclusiva per BIBOx Art Space di Irene Finiguerra – il progetto Fuori Orientamento.
“Ho voluto interpretare il tema della Fiera – dice Bolognesi – come un senso perduto dalla società contemporanea, nella quale le contaminazioni politiche e culturali hanno portato grandi benefici ma, purtroppo, talvolta anche grossi problemi. Testimonianza ne sia l’epoca in cui viviamo che ci vede ormai costantemente all’erta a causa di continui attacchi terroristici. Oppure si pensi a quanto ancora ci sia da lavorare sull’integrazione culturale in moltissimi paesi del mondo, fattore che causa smarrimento all’essere umano”.
“Fuori Orientamento – prosegue l’autore – è un’installazione che vede i 5 continenti costellati da edifici pericolanti e traballanti, testimonianza delle culture, delle influenze e dei domini che essi hanno subito – o di cui hanno beneficiato – nel corso della storia. Ma spesso questi edifici sono anche simbolo di denuncia sociale e del mancato rispetto per le culture autoctone di paesi sui quali le potenze mondiali impongono il loro dominio economico e culturale.
Al centro di tutto…una bussola…che vorrebbe indicarci la giusta via verso un futuro di convivenza, pace ed integrazione”.
Potete vedere un breve teaser dell’installazione cliccando qui.
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Stefania Andreotti
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