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Meglio correre o camminare? La domanda tormenta medici e sportivi da almeno trent’anni anni. Diversi studi recenti hanno chiarito alcuni punti: a parità di sforzo, la camminata è più salutare mentre la corsa fa dimagrire più in fretta.

L’attività motoria fa bene alla salute. Basta anche solo mezz’ora di moderata attività fisica per cinque giorni alla settimana per guadagnare il 19% di aspettativa di vita in più. Questo il risultato di un’altra ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Cambridge e pubblicata sull’ International Journal of Epidemiology.
“Camminare fa bene al cervello” titolava il 18 ottobre scorso il Corriere di Milano, riprendendo all’uopo uno studio pubblicato sulla rivista Neurology da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh secondo cui, percorrendo circa un chilometro al giorno, il rischio di andare incontro a compromissione cognitiva si dimezza.
Un principio della scienza osteopatica dice “la vita è movimento”.

Di seguito almeno sette buoni motivi per cui vale la pena dedicare almeno mezz’ora al giorno al movimento fisico.

Patologie cardiovascolari: sia la corsa che la la passeggiata, entrambe migliorano la salute, abbattendo significativamente i rischi legati alle patologie cardiovascolari; come vedremo l’attività fisica giova alla circolazione, al metabolismo, al buon funzionamento del sistema nervoso, ma prima di tutto è necessario per una buona ossigenazione del sangue e aiuta a mantenere la pressione arteriosa ed il colesterolo entro limiti normali.

Osteoporosi: camminare fa bene perché permette la rigenerazione ossea, dunque previene l’osteoporosi. Se le ossa sono “in carico”, in movimento, generano una vibrazione che stimola le cellule a riprodursi. Le ossa del nostro sistema scheletrico subiscono un ricambio continuo per tutta la vita e si rigenerano ogni 48 ore. A tale proposito, una curiosità: dopo un periodo prolungato in assenza di gravità, per gli astronauti si verifica una condizione di “osteopenia”, una riduzione della massa ossea data dalla assenza di carico a causa della mancanza della forza di gravità.

Circolazione periferica: il movimento e l’attività fisica consentono al flusso sanguigno di irrorare gli organi periferici. Probabilmente, se avete le mani ed i piedi sempre freddi, conducete una vita troppo sedentaria. Le persone che soffrono di gonfiore alle caviglie, senso di pesantezza alle gambe la sera, comparsa di varici, peggiorano se conducono una vita sedentaria. Camminare, invece, svolge una benefica azione preventiva.

Metabolismo: spesso mangiamo più di quanto effettivamente serva al nostro organismo. Il movimento ci aiuta a consumare energia. Il corpo in attività utilizza i depositi di acidi grassi contenuti nelle cellule adipose, ed è per questo che lo sforzo favorisce la perdita di tessuto adiposo. In particolare l’attività fisica regolare agisce direttamente sulla corticotropina (CRF), che induce una riduzione delle calorie introdotte e un aumento del consumo di energia.

Depressione: il sistema ortosimpatico, insieme a quello enterico e parasimpatico, è una delle tre parti del sistema nervoso autonomo. La sua azione generale è quella di mobilitare le risorse del corpo sotto stress, per indurre all’azione, a prendere decisioni. L’attività fisica permette di attivare il sistema ortosimpatico e di reagire a condizioni di tensione quotidiana trasformando questa energia in azione.
Camminare è un antidepressivo naturale. Quando i muscoli si attivano, producono molecole importanti come le endorfine e la serotonina che aumentano il tono dell’umore. Chi cammina con regolarità nota una diminuzione dello stress e della depressione, dorme meglio e vede la vita mentalmente ed emotivamente in modo più positivo.

Attività cognitive: camminare migliora le attività cognitive, anche più di faticosi esercizi o dello stretching. Lo ha evidenziato uno studio condotto su 124 persone sedentarie, dopo un allenamento basato sullo walking per 45 minuti, 3 volte la settimana, per 6 mesi. Questa attività, stimolando le funzioni cardiorespiratorie, aumenta l’irrorazione di sangue al cervello, migliorandone di conseguenza le funzioni. Si impara a respirare meglio: inspirare ed espirare col naso migliora la capacità respiratoria in sé.

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Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it