Comacchio, La donna del fiume: stessa esposizione del ’96, ma un’attualità di cui discutere
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da: Sel Circolo del Delta
Memoria corta? E’ ritornata in questi giorni in mostra a Palazzo Bellini, dopo un ventennio, “La donna del fiume” di Mario Soldati. Stesso curatore principale, stesso format. Di più, rispetto alla prima esposizione svoltasi dal 13 aprile all’11 maggio 1996, la presenza di alcune locandine originali e la proiezione di un documentario che dà voce ad attori non professionisti del film e a testimoni della sua lavorazione. Di meno, l’assurda mancanza di un catalogo e di una spiega anche minimalista della sua riedizione. Perché non ristampare almeno il pregievole supplemento al n.1/1996 di Anedocta, la rivista della biblioteca di Comacchio, tutto dedicato alla prima mostra e distribuito allora gratuitamente ai suoi visitatori? Il film, che non ha goduto di buona critica, si riscatta nel finale con la drammatica vicenda del bimbo Tunin che rimanda emblematicamente alle epocali tragedie dei giorni nostri. E, proprio oggi, esso va visto, rivisto e discusso soprattutto per le straordinarie chiavi di lettura che è in grado di offrire per comprendere appieno le gigantesche trasformazioni che negli ultimi sessant’anni hanno interessato il Delta e gli snaturamenti incredibili che lo hanno parzialmente sfigurato. E’ questa quindi la buona occasione per promuovere un incontro pubblico sul tema ‘ambiente, paesaggio e sviluppo sostenibile’. Per criticare il passato, riparare il presente e progettare con più profonda consapevolezza il futuro.
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