SE I LIBRI NON SONO PIU’ LIBERI:
Dopo la richiesta di controllo sui libri delle biblioteche
Tempo di lettura: 3 minuti
Un piccolo episodio, una scivolata di stile, un semplice tentativo di saggiare il terreno? Il fatto in realtà, e comunque vada a finire, è invece gravissimo. Quando i libri vengono posti sotto il controllo della politica, di un partito (di qualsiasi partito), siamo già a un passo dalla censura. Con buona pace della democrazia e della libertà di espressione.
Nel recente passato, in altre città, la Lega di governo ha già battuto questa strada. A Foligno nel 2018 sono stati perseguiti i volumi per bambini della biblioteca considerati “gender” e quindi allontanata la bibliotecaria disubbidiente ai nuovi ordini. E’ stata una pagina nera che non vorremmo si ripetesse a Ferrara. Se i libri non fossero più liberi, se le nostre letture fossero influenzate da un qualche potere politico, anche tutti noi saremmo più poveri e meno liberi.
(Effe Emme)
POSSIAMO PENSARE?
Visto che:
a) certi consiglieri leghisti di Ferrara vorrebbero “valutare” se i libri di alcune biblioteche cittadine per bambini “sono adeguati ai nostri cittadini, alle aspettative dei nostri elettori”;
b) certi consiglieri leghisti di Ferrara intendevano chiedere al Direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Ferrara di “voler fornire l’elenco dei testi in uso nelle scuole dell’Infanzia, nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie cittadine, comprendendo titolo e casa editrice”
c) certi consiglieri leghisti di Ferrara sono interessati a “conoscere metodi, qualità e tipologia dell’educazione fornita in particolare alle giovani generazioni”;
Considerato che:
a) i libri delle biblioteche pubbliche non dovrebbero essere adeguati alle aspettative degli elettori altrimenti sarebbero biblioteche private (in tutti i sensi);
b) il Collegio di tutti i docenti di ogni Istituto delibera la scelta dei libri di testo da adottare in base alle richieste dei singoli insegnanti approvate dai consigli di classe e di interclasse con la partecipazione dei genitori;
c) gli elenchi dei libri adottati sono pubblici poiché pubblicati sui siti dei singoli Istituti a fine maggio;
d) l’interesse a “conoscere metodi, qualità e tipologia dell’educazione fornita in particolare alle giovani generazioni” è cosa interessante di per sé sulla quale sarebbe opportuno confrontarsi pubblicamente ma quando l’interesse è legato a richieste simili appare come una volontà anticostituzionale di controllo…
Viene da chiedersi quale sarebbe stata la prossima iniziativa di questi consiglieri leghisti di Ferrara.
Possiamo forse pensare che questo interesse sia finalizzato a “valutazioni” che corrispondono ad una censura?
Possiamo forse pensare che siano impensieriti dal fatto che i libri adottati possano contenere informazioni storiche a loro non gradite?
Possiamo forse pensare che siano preoccupati dai libri presenti nelle biblioteche scolastiche?
Possiamo forse pensare che temano i libri scelti da chi sperimenta l’uso di fonti alternative ai libri di testo?
Possiamo forse pensare che siano terrorizzati dai libri in generale?
Possiamo forse pensare che questi consiglieri della Lega, oltre a proporsi per inchiodare dei crocifissi ai muri delle aule, vogliano “inchiodare” qualche insegnante a loro poco gradito?
Possiamo forse pensare che le stiano provando tutte per isolare (e magari allontanare) qualche docente non allineato?
Possiamo forse pensare che abbiano poca fiducia nella scuola, nei suoi dirigenti, nei suoi insegnanti e nei genitori?
Possiamo forse pensare?
Possiamo pensare?
P.S. Vedi anche articolo di Estense.com Libri e censura. La Lega stava per chiedere l’elenco dei libri scolastici

Sostieni periscopio!
Mauro Presini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani