Scuola, nn ci sn tt i sold
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Nel Consiglio dei Ministri di ieri si doveva fare chiarezza sulla paradossale vicenda degli scatti di anzianità che ha coinvolto il personale della scuola.
Sto parlando del caso dei pochi spiccioli finalmente assegnati con anni di ritardo solo a una parte di persone, soldi sottratti però dal fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa, successivamente trattenuti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, quindi provvisoriamente restituiti in busta paga (domani… chissàchilosa, ma oggi per l’opinione pubblica il problema è risolto grazie all’intervento del segretario diffeRENZIato).
Il comunicato stampa che dovrebbe spiegarci nel dettaglio la decisione del Governo (cinguettata qualche giorno fa con gran entusiasmo sia dal Presidente del Consiglio che dai Ministri Carrozza e Saccomanni) non assomiglia per niente ad un canto di usignolo.
Al contrario è un esempio di politichese contorto che anche Raymond Queneau avrebbe definito: “Esercizio di CaricaScaricaBarile”.
Ecco il comunicato stampa del Ministero copiato dal sito del Governo:
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente, Enrico Letta, e dei ministri dell’Istruzione università e ricerca, Maria Chiara Carrozza, dell’Economia e Finanze, Fabrizio Saccomanni, e della Pubblica amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D’Alia, un decreto legge in materia di retribuzioni per il personale della Scuola che demanda ad un’apposita Sessione negoziale avviata dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il riconoscimento dell’anno 2012 ai fini della progressione stipendiale del personale della Scuola (docente, educativo ed ATA). Nelle more della conclusione della sessione al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell’anno 2013. La procedura negoziale per il recupero dei mancati scatti è stata già utilizzata per gli anni precedenti al 2012 e viene finanziata con risparmi e risorse rinvenienti dal settore scolastico senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato. Il decreto prevede altresì, come già annunciato, che non venga comunque effettuata alcuna azione di recupero delle somme attribuite al personale della Scuola per progressioni stipendiali nell’anno 2013. Viene inoltre prevista, per l’anno 2014, la non applicazione al personale della Scuola, con riferimento alle progressioni stipendiali correlate all’anzianità di servizio, del limite ai trattamenti economici individuali introdotto dall’art. 9, comma 1, del decreto legge n. 78 del 2010, nella considerazione che, a legislazione vigente, la predetta annualità per il comparto scuola è già utile ai fini delle progressioni stipendiali.”
Dopo anni di abitudine a letture così contorte mi sembra di aver capito il contenuto del comunicato.
Ho sempre pensato che quelli bravi potrebbero riuscire a scrivere le cose in maniera semplice, se solo lo volessero.
Evidentemente, certi politici o non sono bravi o non desiderano la chiarezza.
È “chiaro” che anche la scelta di “non essere chiari” ha il suo bel motivo che, per il mio modo di vedere, ha a che fare con la coerenza.
Infatti più si è chiari, più individui potranno capire. Ma se più cervelli possono capire ci saranno più coscienze che potranno osservare. E se molti soggetti possono osservare allora tante persone potranno giudicare… giudicare anche la coerenza tra il dire, il fare e il “normare“.
Per esempio, lo scrittore e filosofo francese Albert Camus scriveva: “Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori“.
Mi aspetto quindi che il Ministro dell’Istruzione, nella prossima pubblicazione, per essere più vicino ai gggiovani e per avere più commentatori, potrebbe addirittura optare per questo tipo di linguaggio:
“X te ke aspttv 1 cmbiamnt nll skuola, scordatl!!!
Nn ci sn tt i sold xke li spndiam x F35; cmq i $ ke ti diam, li prndiam anke qll dll vstr task e da $ dl Fnd x Mglrmnt Offrt Frmtv dll skuole.
T.V.B. anz T.V.1.B.3mendo.
Kiara Krrzz”

Sostieni periscopio!
Mauro Presini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani