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a cura di Laura Fogagnolo e Pier Luigi Guerrini

Nei primi anni settanta, si assiste ad un consistente cambiamento della poesia italiana che riflette il contesto politico in cui matura: ad es. l’esplosione del fenomeno terroristico e la nascita dei gruppi extraparlamentari, ma anche un forte impulso di liberazione dalla morale tradizionale.
Assistiamo ad un riposizionamento delle correnti poetiche, secondo nuovi canoni dove la poesia “tradizionale” sembra dover lasciare il passo a nuove esperienze, sperimentazioni, contaminazioni.
L’intensità linguistica riveste i panni politici, la poesia assume più marcatamente una coloritura sociale e insieme alla rottura della tradizione poetica muovono nuove esperienze che si formano, spesso, attorno a nuove riviste come ‘Altri termini’; ‘Tracce’; ‘Anterem’; ‘Niebo’.
Ad esempio, a commento della poesia di Patrizia Vicinelli (che aveva aderito al Gruppo ’63), Giorgio Linguaglossa in ‘L’ombra delle parole’, Rivista Letteraria Internazionale, scrive che “conformemente alla moda letteraria degli anni settanta, vocalità e testualità si imparentano in un mix di poesia visiva e sonora in un permanente gesto di rottura degli schemi poetici acquisiti di destabilizzazione del linguaggio poetico istituzionalizzato”.
Così la provincia, anche Ferrara quindi, scontando il ritardo nelle innovazioni letterarie per la sua sonnolenza tipica, riflette il panorama letterario nazionale. Di questo ed altro diamo conto, in una lettura sicuramente incompleta ma senza intenti censori in ‘Scrittura poetica in provincia negli anni ’70 – ’80: elementi per un itinerario ferrarese’ di Laura Fogagnolo e Pier Luigi Guerrini.
Negli stessi anni, un poeta fragile e nascosto come Marco Chinarelli (amico e compagno di scuola dei due curatori) raccoglie i suoi elaborati letterari (poesie e brevi scritti tra l’annotazione ed il racconto, scoperti casualmente dopo la sua prematura scomparsa) in anonimi quaderni, mescolati ad appunti di lezioni universitarie, critiche cinematografiche, approfondite annotazioni di analisi e critica politica, ecc. senza ambizioni letterarie come sfogo alla propria solitudine in un linguaggio essenziale, fortemente emotivo. In particolare, le prove poetiche di Marco sono versi distillati dai ricordi di un’infanzia mitica, dalle visioni padane, dalle immagini delle città, nella voglia di partire, nel tormento dei sogni, nella rabbia di un giovane uomo e nella disillusione politica che segnerà quegli anni. Nel 1988, nella collana ‘Testi’ della rivista ferrarese ‘Poeticamente’, è stata pubblicata una piccola raccolta di poesie di Marco Chinarelli che furono scelte da Laura Fogagnolo. Con questo breve lavoro di ricerca, intendiamo mantenerne il ricordo, valorizzando scritti che altrimenti sarebbero scomparsi nell’oblio, come il più delle volte accade per tanti altri aspiranti scrittori.

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Redazione di Periscopio



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