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Ferrara film corto festival

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Da: Coordinamento nazionale diritti umani

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della morte del magistrato Francesco Saverio Borrelli, intende esprimere qualche riflessione su una figura così importante della giustizia italiana.
Durante gli anni Novanta, fu a capo del pool di Mani Pulite, realizzando una serie di inchieste, il cui esito fu la fine della prima Repubblica.
Coscienza civile, coraggio nell’affermazione della legalità, spirito di sacrificio, valori morali ed etici, caratteristiche assai spiccate del dott. Borrelli, sono state doti fondamentali per il perseguimento e l’accertamento della verità rispetto ai molteplici illeciti che avevano caratterizzato la condotta spregiudicata e corrotta di diversi esponenti politici e imprenditori.
Certamente la scuola non può ignorare il messaggio sociale che la figura di Borrelli ha portato nel suo agire da magistrato e da uomo. Messaggio che consiste in un concetto molto semplice: la legalità ha una sua funzione nel momento in cui si esplicita in conoscenze dei principi che regolano la convivenza tra aggregazioni di persone sempre più estese, complesse e interconnesse e comporta anche l’interiorizzazione di regole condivise, che non costituiscono un’imposizione, ma il cuore pulsante di una società garante della libertà e dignità del singolo individuo.
Oggi non si può che omaggiare chi ha speso l’intera esistenza per difendere i principi in cui credeva.
«L’indipendenza del giudice, infatti, non è solo nella propria coscienza, nella incessante libertà morale, nella fedeltà ai principi, nella sua capacità di sacrificio, nella sua conoscenza tecnica, nella sua esperienza, nella chiarezza e linearità delle sue decisioni, ma anche nella sua moralità, nella trasparenza della sua condotta anche fuori delle mura del suo ufficio, nella normalità delle sue relazioni e delle sue manifestazioni nella vita sociale, nella scelta delle sue amicizie, nella sua indisponibilità ad iniziative e ad affari, tuttoché consentiti ma rischiosi, nella rinunzia ad ogni desiderio di incarichi e prebende, specie in settori che, per loro natura o per le implicazioni che comportano, possono produrre il germe della contaminazione ed il pericolo della interferenza; l’indipendenza del giudice è infine nella sua credibilità, che riesce a conquistare nel travaglio delle sue decisioni ed in ogni momento della sua attività» (R. Livatino).

Ferrara film corto festival

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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it