Sciopero del personale del pubblico impiego 9 Dicembre 2020
Tempo di lettura: 4 minuti
Da: Susanna Garuti, CGIL
Il dibattito sulla “opportunità” o meno di uno sciopero del personale del pubblico impiego risulta, in
questo periodo, predominate. Ottima cosa, finalmente, anche se talvolta a sproposito, si parla delle
lavoratrici e dei lavoratori del pubblico impiego.
Intanto proviamo a fare chiarezza rispetto sulla platea dei lavoratori pubblici:
33 mila Vigili del Fuoco.
Quelli che durante la pandemia hanno continuato a lavorare, e talvolta a morire, per
garantire la sicurezza di tutte e tutti noi. Proprio loro, con uno stipendio tra i più bassi in
Europa, circa 1350 euro medi, con una carenza di organico insopportabile, un parco
“macchine” vetusto e talvolta inutilizzabile, è evidente che hanno il diritto di lottare
pubblicamente per i loro diritti ed a garanzia dei servizi. NON SCIOPERANO
312 mila addetti alle Forze di Polizia
Quelli che durante la pandemia, in prima linea e con dpi inizialmente insufficienti e non
adeguati, hanno garantito il rispetto delle norme imposte a tutela della salute e della
sicurezza di tutte e tutti noi.
Con uno stipendio tra i più bassi in Europa, circa 1350 euro medi, con una carenza di
organico insopportabile, un parco “macchine” vetusto e talvolta inutilizzabile, è evidente che
hanno il diritto di lottare pubblicamente per i loro diritti. NON POSSONO SCIOPERARE
653 mila addetti del Sistema Sanitario Nazionale
Medici ( 2500 euro/mese ), Infermieri ( 1400 euro/mese ), Tecnici sanitari ( 1350
Euro/mese ), Tecnici di laboratorio ( 1350 Euro/mese), Tecnici radiologi ( 1350 Euro/mese),
Operatori Socio Sanitari (1240 Euro/mese ), Tecnici della prevenzione ( 1350 Euro/mese ),
Personale addetto alle attività ausiliarie ( 1050 Euro/mese ), Amministrativi 1200
Euro/mese), Farmacisti (2500 Euro/mese ), Psicologi ( 2500 Euro/mese ), Veterinari ( 2500
Euro/mese ) .
Questi i cosiddetti “EROI” della prima ondata di Virus. Quelli che hanno continuato a
curare, assistere, soccorrere tutte e tutti noi anche al costo della loro vita , talvolta in
condizioni di sicurezza non proprio adeguati.
Con stipendi tra i più bassi in Europa, con carenza di organico insopportabile, è evidente
che hanno il diritto di lottare pubblicamente per i loro diritti a garanzia della salute di tutte e
tutti noi.
460 mila addetti nelle Autonomie Locali
Geometri, Ingegneri, Personale docente e non docente delle scuole dell’infanzia e dei Nidi
comunali, Amministrativi, Assistenti Sociali , tutti con uno stipendio medio di 1300
euro/mese hanno, in tutte le circostanze, terremoti, alluvioni e pandemia, garantito, talvolta
gratuitamente senza badare al tempo, servizi essenziali per tutte e tutti noi.
Con uno stipendio tra i più bassi in Europa, con una carenza di organico insopportabile, è
evidente che hanno il diritto di lottare pubblicamente per i loro diritti a garanzia dei servizi
pubblici.
190 mila addetti alle Funzioni Centrali
Inps, Inail, Beni Culturali, Giustizia, Difesa, Trasporti, Agenzie Fiscali ( Dogane, Territorio,
Entrate ). Tutto personale che ha stipendi medi di 1400 Euro/mese.
Pur essendo numericamente insufficienti hanno garantito il funzionamento dei servizi ed il
pagamento delle prestazioni a sostegno del reddito per tutti coloro i quali si sono trovati in
condizioni di difficoltà.
Con uno stipendio tra i più bassi in Europa, con una carenza di organico insopportabile, è
evidente che hanno il diritto di lottare pubblicamente per i loro diritti ed a garanzia dei
servizi.
Confindustria, i “Giornalai”, il Governo ed eminenti commentatori ben retribuiti con l’appoggio
della opposizione parlamentare vogliono far passare queste lavoratrici e questi lavoratori come :
fannulloni, ipergarantiti, irresponsabili, disfattisti.
Invece di ringraziarli, non solo a parole ed in occasione delle campagne elettorali, perché tutte e
tutti loro hanno consentito e consentono tutt’ora al Paese di sopravvivere, continuano ad insultarli
ed umiliarli.
VERGOGNA
Un Paese normale non mette in contrapposizione dipendenti pubblici e dipendenti privati. Non
specula sulle difficoltà reali del mondo del lavoro autonomo e privato per attaccare i le dipendenti e
i dipendenti dei servizi pubblici. Se si volessero risolvere i problemi delle disparità delle condizioni
di lavoro basterebbe trasformare in Legge la proposta di Legge di iniziativa popolare ( carta dei
diritti universali delle lavoratrici e dei lavoratori ) che giace in parlamento da diversi anni. I vari,
Boeri, Cacciari, Confindustria, Dadone, Conte, i “Giornalai” tentano di far passare i diritti come
privilegi in un meccanismo di perenne corsa al ribasso. I ricchi sempre più ricchi e gli altri, noi,
sempre più poveri, frammentati e precari.
Se si volessero recuperare risorse necessarie a dare risposte economiche alle lavoratrici ed ai
lavoratori, pubblici, autonomi e privati colpiti dalla emergenza sanitaria attuale, basterebbe tassare i
grandissimi patrimoni ed investire quei soldi nel lavoro.
Se veramente si volesse tutelare la buona occupazione perché non viene fatta una Legge sulla
rappresentanza del mondo del lavoro privato? Proprio perché una Legge in questa direzione
consentirebbe a chi lavora maggiori tutele e questo Confindustria non lo vuole.
La pandemia, fra le tante cose, ci ha insegnato che quando tutto si ferma è il pubblico l’unico in
grado di dare delle risposte universali ai bisogni. I tagli, le mancate assunzioni, le esternalizzazioni
dei servizi pubblici essenziali ( come strumento esclusivo di risparmio sulla pelle di quelle
lavoratrici e lavoratori del privato la cui professionalità non è mai stata messa in discussione,
almeno da noi ), sostenute proprio dai medesimi soggetti che oggi si ergono a paladini dei diritti dei
cittadini e insultano i pubblici dipendenti, hanno messo in crisi l’intero sistema che tuttavia ha retto
solo grazie alle dipendenti ed ai dipendenti pubblici. E’ giunta l’ora che a quelle lavoratrici ed a
quei lavoratori venga restituita la dignità che meritano.
Per la cronaca, TUTTO IL PERSONALE DI CUI SOPRA E’ SOGGETTO AI LIMITI DELLA
LEGGE 146/1990 , SERVIZI GARANTITI ANCHE IN CASO DI SCIOPERO
Per questo il 9 Dicembre Noi SCIOPERIAMO.
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