Da: Cna
I costruttori di Cna lanciano un appello ai Parlamentari ferraresi: “il decreto sblocca-cantieri, pur essendo nato con le migliori intenzioni, così com’è non va bene. E’ importante modificarlo prima della definitiva conversione in legge, che deve avvenire entro il 17 giugno”.
L’appello è firmato da Riccardo Roccati, titolare di Robur Asfalti, Presidente di Cna Costruzioni Ferrara e vicepresidente di Cna Costruzioni nazionale. Roccati ha partecipato ai tavoli di confronto nazionali indetti per discutere le modifiche da apportare al testo del decreto. Come è noto, il Senato ha già deliberato ed ora la parola finale spetta alla Camera dei Deputati.
“Cna Costruzioni – si legge nel documento inviato ai parlamentari ferraresi – ha dovuto constatare che, nel giro di pochi giorni, il testo è stato modificato ed è addirittura peggiorato rispetto alla prima versione licenziata dal governo.
Nel nuovo testo del Decreto legge si torna a parlare del divieto di subappalto agli operatori partecipanti alla gara d’appalto; si elimina il pagamento diretto ai subappaltatori. Inoltre, non viene sancito il divieto di ricorrere al ‘sorteggio’ degli invitati alle gare d’appalto, perpetuando così una pratica molto utilizzata dalle stazioni appaltanti che crea illegalità, mortifica la professionalità delle imprese e distorce il mercato”.
Gli effetti del decreto, spiega il documento rischiano di farsi sentire in modo più pesante “nel territorio di Ferrara, dove il settore delle costruzioni ha vissuto anni particolarmente difficili e ora avrebbe bisogno di una concreta azione di rilancio attraverso il varo – più volte chiesto da Cna – di un piano di riqualificazione infrastrutturale che permetta alle piccole imprese di partecipare alle gare d’appalto e accedere a reali opportunità di lavoro.”
Onorevoli Parlamentari,
I prossimi sette giorni saranno decisivi per la conversione in legge del cosiddetto Decreto Sblocca Cantieri (Decreto legge n.32 del 18 aprile 2019). Cna Costruzioni, insieme alle altre associazioni di categoria del settore ha partecipato ai tavoli di confronto finalizzati a definire le modifiche necessarie a far sì che il testo del decreto, una volta convertito in legge, risponda effettivamente a quella volontà di rilancio del settore delle costruzioni che è stata più volte affermata dal governo.
Purtroppo, Cna Costruzioni ha dovuto constatare che nel giro di pochi giorni il testo è cambiato ancora una volta, e che è addirittura peggiorato rispetto alla prima versione licenziata dal governo.
Nel nuovo testo del Decreto legge si torna a parlare del divieto di subappalto agli operatori partecipanti alla gara d’appalto; si elimina il pagamento diretto ai subappaltatori.
Inoltre, non viene sancito il divieto di ricorrere al ‘sorteggio’ degli invitati alle gare d’appalto, perpetuando così una pratica molto utilizzata dalle stazioni appaltanti che crea illegalità, mortifica la professionalità delle imprese e distorce il mercato.
I continui cambiamenti del testo del decreto determinano infine una oggettiva situazione di incertezza, che induce le stazioni appaltanti a non indire gare, per timore di incorrere nel rischio di ricorsi e contenziosi. Di fatto, il decreto Sblocca Cantieri sortisce l’effetto opposto e di fatto sta bloccando il settore.
Gli effetti di questa precaria situazione si fanno sentire, in particolare, nel territorio di Ferrara, dove il settore delle costruzioni ha vissuto anni particolarmente difficili e ora avrebbe bisogno di una concreta azione di rilancio attraverso il varo – più volte chiesto da Cna – di un piano di riqualificazione infrastrutturale che permetta alle piccole imprese di partecipare alle gare d’appalto e accedere a reali opportunità di lavoro.
Per questo Cna Costruzioni Ferrara ha deciso di rivolgersi ai parlamentari eletti sul territorio di Ferrara: a loro chiediamo di intervenire sul governo per affrontare e risolvere, con urgenza, competenza e serietà le criticità appena evidenziate. Il settore delle costruzioni è cruciale per la ripresa economica del Paese, e lo è in particolare nel ferrarese, dove il varo di un piano di riqualificazione infrastrutturale strapperebbe il territorio a storici ritardi e consentirebbe alle imprese di riprendere il proprio cammino di sviluppo e produzione di ricchezza.
Da: Cna
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