Sant’Alberto inaugura la mostra’L’Olindo mai visto’ dedicata a Guerrini, ospite il cantautore Gianluca Lalli
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Da: Organizzatori
Si inaugura sabato 8 ottobre alle 15 a Casa Guerrini a Sant’Alberto la mostra ‘Olindo mai visto’, mostra iconografica dedicata a Guerrini nella realtà di uomo, di padre, di amico. L’esposizione – che resterà aperta fino al 29 ottobre – è stata curata dall’Associazione Amici di Olindo Guerrini; realizzazione e allestimento sono di Enrico Baldini e Luigi Berardi, con il contributo di Paola e Liliana Foresti Forti, e la presentazione di Franco Gabici. L’esposizione gode del patrocinio del Comune di Ravenna, ed è realizzata in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense e con il sostegno della Federazione delle cooperative della Provincia di Ravenna. La mostra resterà aperta fino al 29 ottobre.
Nel pomeriggio inaugurale, sono previsti i saluti istituzionali dell’assessore alla Cultura del Comune, Elsa Signorino, e del presidente della Federazione delle Cooperative, Lorenzo Cottignoli; quindi la presentazione di Franco Gabici e Luigi Berardi. Sarà inoltre ospite il cantautore marchigiano Gianluca Lalli, che ha tratto una canzone (“Il canto dell’odio”) da una poesia di Guerrini, e si esibirà dal vivo.
Con questa mostra si entra nell’intimità di Olindo Guerrini e attraverso gli oggetti e i cimeli esposti possiamo risalire ai suoi gusti e alle sue abitudini di vita. Questo “Guerrini” stupirà sicuramente quanti hanno del poeta una immagine dinamica e spavalda, ma in realtà il “vero” Guerrini era un uomo tutto casa e famiglia. E lui stesso ce lo conferma: ‘Così vissi una vita studiosa tra la Biblioteca e la casa, badando all’educazione dei figli, che mi paiono riusciti bene, e distraendomi con lunghe gite in bicicletta, lavoretti di fotografia e cure di una mia villa a Gaibola’.
Ed ecco, allora, campeggiare fra gli oggetti la bicicletta di Guerrini, inseparabile compagna di lunghe pedalate insieme al figlio Guido, un mezzo che gli ha fatto assaporare il piacere della libertà e della vita all’aria aperta.
Non potevano mancare le pipe, per le quali Guerrini aveva un debole, tant’è che una volta deviò da un suo itinerario in bicicletta per recarsi a Bassano del Grappa dove si trovava una grande fabbrica di pipe, il ‘Pipificio Cavazzon’, e ne acquistò una quantità esagerata.
In queste sale possiamo ricostruire, dunque, un Guerrini ‘in pantofole’, un ‘Guerrini mai visto’ e tutti gli oggetti in mostra hanno il magico potere di farcelo sentire più vicino, come uno di noi. La sedia, lo scrittoio, il calamaio dove intingeva la penna ricompongono l’atmosfera del suo studio dove Guerrini ha pensato e ha creato i suoi versi, le sue prose e le sue burle. Il tutto nella affascinante cornice della abitazione che un tempo fu di suo figlio Guido per cui possiamo dire che veramente in questa mostra si respira aria di casa.
Gianluca Lalli
Gianluca Lalli, cantautore, poeta e scrittore marchigiano, è l’ospite d’onore della giornata inaugurale della mostra ‘L’Olindo mai visto’: grazie alla sua canzone basata su una poesia di Guerrini (‘Il canto dell’odio’), di cui verrà anche proiettato un videoclip, prima di esibirsi dal vivo. Lalli, nativo di Arquata del Tronto, nel 2005 vinse il concorso nazionale ‘Rinocantando’ dedicato a Rino Gaetano; nel 2009 fondò la band folk rock ‘Ucroniutopia’. Nel 2011 esce il suo primo disco ‘Il tempo degli assassini’ e pubblica nello stesso anno il libro di Racconti “Radio Waldganger” edito da Arduino Sacco Editore; il videoclip musicale “Il lupo” vince il Premio Pasinetti a Venezia e il premio ‘Hard rock Cafè’ 2013. Nello stesso anno pubblica “Una voce Dal Nulla” raccolta poetica edita da Galassia Arte.
Nel 2014 pubblica il suo secondo disco, “La Fabbrica di uomini”, con la collaborazione del cantautore bolognese Claudio Lolli. Pubblica la sua antologia Canzoni & Poesie dal titolo “La bella che è addormentata” a cui segue uno spettacolo teatrale. Nel 2016 pubblica per Galassia Arte edizioni il romanzo storico ‘Dal Vangelo secondo me’
Nella sua carriera ha collaborato con Claudio Lolli, Flaco Biondini, Eugenio Finardi, Mariano Rigillo, Daniele Sepe, Remo Remotti e con il quintetto di archi dei docenti del conservatorio di Avellino.
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