Sanità. West Nile, il punto sulla circolazione del virus in Emilia-Romagna.
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Da: Regione Emilia-Romagna
Sanità. West Nile, il punto sulla circolazione del virus in Emilia-Romagna. L’assessore Venturi in Commissione salute: “Nessun allarmismo, avviato da subito il nostro Piano di controllo, un modello a livello nazionale. Ad agosto attivate misure straordinarie, ma resta fondamentale la protezione individuale”. Nel 2019 più interventi in campo, sulla scorta dell’esperienza di quest’anno
80 anni l’età media delle persone decedute, 14 in regione: a Bologna, Ferrara, Modena e Ravenna. Per la prima volta rilevate in città zanzare Culex infette dal virus. Richieste, fino al 30 settembre, disinfestazioni settimanali ai Comuni più colpiti negli spazi verdi limitrofi agli ospedali e alle strutture socio-assistenziali
Bologna – Ottantasette casi di malattia neuro-invasiva, con 14 decessi (di cui due a Modena, due a Bologna, tre a Ravenna e sette a Ferrara); 65 casi di forme febbrili e 22 casi di infezione senza sintomi in donatori di sangue.
L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, ha fatto il punto oggi in Commissione consiliare sulla circolazione del virus West Nile in Emilia-Romagna al 10 settembre. Una stagione, quella 2018, da considerarsi “anomala”, ha sottolineato l’assessore, non tanto per la quantità di zanzare-vettore (nella media), ma per precocità nella circolazione virale – in anticipo di circa un mese rispetto al passato -, elevata intensità della circolazione stessa in zanzare e uccelli e particolare aggressività del virus, con un alto numero di forme neuro-invasive ed elevata mortalità nell’uomo.
A fronte di tutto questo la Regione, oltre al Piano di sorveglianza e controllo, consolidato da anni, e puntualmente inviato a giugno scorso a tutti i sindaci e alle Aziende Usl, ad agosto ha attivato una sorveglianza entomologica straordinaria (extra piano). Il 16 agosto ha chiesto ai Comuni di aumentare l’attenzione dove era maggiore la presenza di persone più fragili (anziani o con patologie croniche), e quindi in prossimità di ospedali e strutture socio-assistenziali, attuando trattamenti di disinfestazione con prodotti adulticidi a cadenza settimanale fino al 30 settembre.
“La gestione delle arbovirosi in Emilia-Romagna- ha ricordato Venturi- si basa su un sistema di sorveglianza One-Health che integra diverse componenti professionali (medici, veterinari ed entomologi) e coinvolge Aziende Usl e Comuni. Il Piano di sorveglianza e controllo dell’Emilia-Romagna rappresenta di fatto un modello di riferimento, dal momento che dal 2014 siamo capofila di un gruppo di lavoro tecnico tra le Regioni maggiormente coinvolte dal problema, ovvero Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia”.
“La protezione individuale- ha proseguito l’assessore-, e dunque l’uso di spray repellenti, abiti dai colori chiari, zanzariere, resta fondamentale, soprattutto a partire dagli anziani. Poi, naturalmente, ci sono misure di tipo più generale, che sono in parte dovere dei Comuni, in parte dei cittadini privati. I Comuni stanno facendo ciò che a loro compete. Tra l’altro abbiamo dato indicazione di effettuare, soprattutto nelle province più colpite, gli interventi vicino agli ospedali e ai servizi socio-assistenziali, compresi quelli sugli insetti adulti. I Comuni agiscono nei posti pubblici, mentre i privati lo devono fare per conto loro, con gli interventi peraltro più efficaci, che sono sulle larve. È necessario il senso della comunità, altrimenti non si va da nessuna parte”.
Per l’anno prossimo, “intensificheremo gli interventi sulla base dell’esperienza di quest’anno- ha annunciato Venturi-, soprattutto occupandoci anche di tutti i luoghi che sono abbandonati, disabitati, come capannoni, depositi di gomme, che possono diventare luogo di proliferazione delle zanzare. I Comuni sanno che la Regione rimborsa tutti gli interventi straordinari che abbiamo richiesto; ci siederemo con loro a un tavolo, alla fine di quest’epidemia, per ragionare insieme su interventi non straordinari, ma potenziando quelli che già facciamo, anche sulla base dell’esperienza e dei risultati di quest’anno. Allarmarsi non serve- ha sottolineato l’assessore-, stiamo facendo tutto quello che è necessario fare. C’è molto meno virus in circolazione di un mese fa: al momento i pazienti più gravi ancora nelle terapie intensive sono quattro, ma sono stati ricoverati da tempo, tre a metà agosto ed uno da due settimane, indice che l’epidemia sta scemando, ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, anche dei cittadini”.
L’assessore ha proposto un nuovo incontro con la Commissione consiliare per il bilancio definitivo a fine epidemia oltre all’organizzazione di un convegno con la presenza dei principali esperti e degli Enti coinvolti per discutere le migliori misure preventive da adottare per il prossimo anno.
Sul decesso dell’ottantaduenne avvenuto al Policlinico di Modena, infine, ha sottolineato come non si sia nascosto nulla, “i decessi sono sempre stati dichiarati. Si era in attesa di avere certezza che la morte fosse riconducibile a complicazioni da West Nile. Non vogliamo trovarci in situazioni in cui si diffonde il panico”.
L’andamento dell’infezione nell’uomo
Attiva nel periodo 15 giugno-31 ottobre, la sorveglianza sanitaria del virus West Nile in Emilia-Romagna prevede la segnalazione di tutte le forme cliniche, anche sospette, di malattia neuro-invasiva (con meningiti, encefaliti, paralisi). Al 10 settembre 2018, risultano 87 casi di malattia neuro-invasiva (con 14 decessi, età media dei deceduti pari a 80 anni, con range da 69 a 87 anni); 65 casi di forme febbrili (non sono oggetto di una sorveglianza attiva, ma vengono registrate se segnalate e quindi risentono della sensibilità dei medici che è diversa nei diversi territori); 22 casi di infezione senza sintomi in donatori di sangue. Il picco di rilevamenti è stato registrato tra il 27 luglio e il 10 agosto, e la localizzazione dei casi ha riguardato soprattutto le province di Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna.
Relativamente alle donazioni di sangue, dal momento dell’individuazione della circolazione del virus, tutti i donatori sono sottoposti a test che consentono di individuare l’infezione anche nel caso di donatori asintomatici. Tutte le sacche di sangue sono sottoposte a controlli specifici che garantiscono la sicurezza delle medesime.
I dati nazionali
In Italia, al 5 settembre 2018 (Bollettino n. 10 Istituto Superiore di Sanità), sono stati segnalati 365 casi umani confermati di infezione (numero complessivo di febbri e forme neuroinvasive) da West Nile Virus e di questi 148 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva. Quasi tutti i casi sono stati nel bacino Padano. /CV
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