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Da: Ufficio Stampa Lega Emilia Romagna

Verso un unico criterio nazionale per l’accesso alle scuole specialistiche e collaborazione le Università della Regione e gli Ordini Professionali per aumentare le borse di studio e il finanziamento per riportare il rapporto tra laureato e borsa di specializzazione in parità, così che ogni medico specializzato possa poi operare nella regione in cui ha studiato. “Salutiamo con favore -ha detto il consigliere regionale della Lega Simone Pelloni – la risoluzione approvata in Commissione salute a cui abbiamo dato il nostro contributo per evitare di disperdere la professionalità di medici neo laureati impossibilitati ad accedere poi alle scuole di specializzazione e a lavorare nelle strutture del territorio”. Il consigliere del Carroccio ricorda che già in sede di presentazione delle linee di mandato del presidente Bonaccini la Lega aveva chiesto un impegno ad aumentare le borse di studio per far fronte alla carenza di personale medico specializzato. “La risoluzione approvata, che porta la prima firma della consigliera Pigoni – ha aggiunto Pelloni – ha accolto lo spirito dei nostri emendamenti che puntavano a indicare il criterio della residenzialità per salvaguardare i medici che studiano sul territorio della nostra Regione per accedere poi alle nostre scuole di specializzazione. Con la mediazione dell’assessore Donini si è trovata l’intesa sul punto di indicare nei tanti anni di studio un analogo periodo di tempo in cui i medici specializzati dovranno lavorare poi nelle strutture del territorio in cui si sono formati. Sul tema della residenzialità – ha concluso il leghista Pelloni – è stato mandato al presidente della Regione, che è anche presidente della Conferenza Stato Regioni – di arrivare a definire un unico criterio di accesso nazionale alle scuole specialistiche”. L’emergenza Covid 19 ha portato all’esasperazione il problema della mancanza di medici specializzati con conseguenze anche sul sistema sanitario regionale. Nel breve periodo territorio mancheranno più di 35mila medici specialisti a cui si aggiunge ogni anno circa 1.500 medici che emigrano dal nostro Paese sia per proseguire la propria formazione, sia per le migliori opportunità lavorative.

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