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La Regione in campo con una campagna d’informazione. L’assessore Venturi: “Di Aids si può ancora morire e, anche se si agisce in tempo, è comunque una malattia cronica. Importante fare il test”

Nel 2016 285 nuove diagnosi di Hiv, contro le 418 del 2009. Venerdì e sabato, in diverse piazze della regione, test gratuiti e anonimi con personale sanitario delle Aziende. Tutti gli appuntamenti consultabili on line. Manifesti, video e web per dare un messaggio chiaro: “Proteggersi sempre, discriminare mai”

Bologna – La buona notizia è che in Emilia-Romagna sono sempre meno i nuovi casi di Hiv tra i residenti. Continuano ad aumentare, invece, le persone che arrivano tardi alla diagnosi: 1 su 2 (55% delle nuove diagnosi) scopre di essere positiva nella fase avanzata dell’infezione o già in Aids. Anche per questo domani, per la Giornata mondiale dell’1 dicembre, in tutta la regione le Aziende sanitarie, con le associazioni di volontariato, organizzano nelle piazze incontri informativi aperti ai cittadini per promuovere una sessualità consapevole e rapporti protetti.
In molte piazze sarà possibile fare il test Hiv in forma anonima e gratuita: domani, venerdì 1, o sabato 2 dicembre medici e infermieri delle Aziende sanitarie saranno a disposizione per eseguire il test, salivare o con semplice puntura sul dito. Una diagnosi precoce di Hiv consente, infatti, di attivare tempestivamente cure efficaci. Tutti gli incontri sono segnalati nel sito ER Salute http://salute.regione.emilia-romagna.it/ e sul sito regionale www.helpaids.it.

“Stiamo vedendo sempre più persone che arrivano alla diagnosi già nella fase della malattia o con il sistema immunitario molto indebolito- osserva l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi -. Oggi, cure importanti aiutano a vivere meglio e a lungo, ma si può ancora morire e, anche se si agisce in tempo, parliamo comunque di una malattia cronica con cui bisogna convivere per tutta la vita. Per cui è importante avere rapporti sessuali protetti ed eseguire il test Hiv, perché il ritardo della diagnosi aumenta la probabilità di diffusione dell’infezione e ritarda l’avvio delle cure”.

Il numero verde e il sito Helpaids per le consulenze gratuite
Il numero verde Aids 800 856080 regionale è attivo dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18 (il lunedì anche dalle 9 alle 12). Inoltre, 24 ore su 24 è attiva la risposta automatica alle domande più frequenti. Il sito www.helpaids.it offre informazioni, approfondimenti e consulenze in anonimato, a cui risponde un’equipe di infettivologi, psicologi, ginecologi e ostetriche.

La campagna informativa: prevenzione e contrasto allo stigma
“Proteggersi sempre, discriminare mai” è il messaggio della campagna regionale di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini. All’attenzione per la prevenzione si affianca l’impegno a contrastare lo stigma, il pregiudizio nei confronti delle persone sieropositive o malate di Aids. Oltre a manifesti e video, c’è anche una campagna web che parte in questi giorni su Google e Youtube fino a primavera.

I dati al 31 dicembre 2016
Le nuove diagnosi di infezione da Hiv tra i residenti in Emilia-Romagna sono costantemente in calo: nel 2016 sono state 285, pari a 6,4 ogni centomila abitanti (il tasso medio nazionale è stato di 5,7). Le diagnosi di Hiv in Emilia-Romagna erano state 291 nel 2015 (6,5 ogni centomila abitanti), 339 nel 2014 (7,6 ogni centomila abitanti), 300 nel 2013, 373 nel 2012, 362 nel 2011, 388 nel 2010, 418 nel 2009 (9,6).
Esaminando l’intero periodo di sorveglianza sanitaria tra le persone sieropositive (2006 – 2016), il 74% è maschio, il 32% ha 30-39 anni, il 70% è italiano. Le classi di età più colpite sono tra i 20 e i 49 anni (79%), i casi di sieropositività sono invece modesti tra i più giovani e negli ultracinquantenni. L’incidenza tra i maschi è 12,4 casi ogni centomila abitanti, tra le femmine è 4,2. Le persone straniere con Hiv sono poco meno di un terzo del totale (30%).
La modalità di trasmissione principale è quella sessuale: nell’87% dei casi nel 2016 (53% eterosessuale, 34% omosessuale). Molto bassa la percezione del rischio tra le persone eterosessuali: solo il 13% dei sieropositivi l’ha dichiarata come motivazione del test di diagnosi. Le persone giunte tardi alla diagnosi nel 2016 sono state il 55% dei nuovi casi (51% nel 2015, 47% nel 2014). In particolare, nel 2016 il 37% delle persone al momento della diagnosi era già in Aids o in una fase molto avanzata dell’infezione.
Le persone entrate nella fase della malattia, quindi in Aids conclamato, sono state 71 nel 2016. L’incidenza media annua in Emilia-Romagna è stabile, pari a 1,7 casi ogni 100.000 residenti.

I dati provinciali
Dal confronto tra le province, il più alto numero di nuove diagnosi di Hiv nel 2016 si è avuto a Forlì-Cesena (9,4 ogni centomila abitanti), a Ravenna (9,2) e a Parma (7,8), il più basso si è avuto invece a Modena (4,7) e a Ferrara (5,1). Le altre province: Rimini 6,5 diagnosi ogni centomila abitanti, Piacenza 5,9, Bologna 5,7 e Reggio Emilia 5,6.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA



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