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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Collegamento televisivo ieri dalla sede dell’Esa a Parigi, tra il Presidente della Repubblica e Samantha Cristoforetti. Nel corso del lungo colloquio, trasmesso da Rai News 24, Sergio Mattarella ha espresso “l’affetto e orgoglio di tutti gli italiani per la sua missione e gli esperimenti che conduce”. Come vanno gli esperimenti in orbita” – ha chiesto il Capo dello Stato? Molto bene – ha risposto l’astronauta, citando per primo il progetto”Drain Brain”, di cui il Prof. Paolo Zamboni, Direttore del Centro di Malattie Vascolari della nostra Università è il Principal investigator. Drain Brain ha lo scopo di quantificare il ritorno venoso cerebrale in condizioni straordinarie come l’assenza di gravità, e validare nello spazio strumenti diagnostici che rappresentano una novità assoluta e che, una volta ‘atterrati in ambulatorio’, potranno essere utili alle persone malate di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi), la patologia venosa scoperta dallo stesso Zamboni. Ha mai trovato nella sua carriera – ha quindi chiesto il Capo dello Stato – ostacoli e difficoltà per il fatto di essere donna? “Non credo – ha risposto l’astronauta – e il mio augurio è che sempre più donne del nostro Paese abbiano forte l’aspettativa che avevo io da bambina, che non c’è da aspettarsi di incontrare ostacoli e difficoltà particolari”.

Un primo resoconto sul protocollo dell’esperimento è stato presentato nei giorni scorsi dallo stesso Zamboni, da Angelo Taibi, Ricercatore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife e Project Manager del progetto e Salvatore Pignataro, Direttore della Missione Futura per l’Agenzia Spaziale Italiana. Per la prima volta viene monitorato a distanza il flusso di sangue dal cervello al cuore. Al di là della rilevanza per la Medicina Spaziale, questo aspetto ha una grande importanza inTelemedicina poichè dimostra anche la possibilità di trasmettere informazioni mediche con le strumentazioni originali frutto della ricerca Unife. Queste strumentazioni un domani possono essere utilizzate per trasmettere da aree disagiate e non raggiungibili informazioni mediche di pazienti. Un secondo esperimento, riuscito già in 2 sessioni del progetto “Drain Brain”, dimostra la possibilità con gli ultrasuoni di misurare l’asse vascolare cuore cervello a distanza. Questa analisi si fa con un comune apparecchio ecografico attraverso dei software di analisi sviluppati nel nostro Ateneo dalla collaborazione fra i gruppi di Medicina e di Fisica.

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