Salvi, Mazzini, Benedetti e Linguerri: il Covid sta cambiando il mercato.
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Comunicato Stampa CSO Italy.
I risultati della tavola rotonda che ha concluso l’evento online organizzato da CSO Italy e Nomisma.
La consapevolezza del cambiamento in atto dopo un anno di epidemia da Covid-19, le sfide che si prospettano e le opportunità da cogliere appaiono chiare ai protagonisti della filiera ortofrutticola. É quanto emerso, insieme a qualche evidente segnale di ottimismo, dalla tavola rotonda di ieri mattina, a conclusione del convegno online “L’ortofrutta nello scenario post Covid: come sono cambiati imprese, mercati e consumatori dopo un anno di pandemia”.
L’incontro ha segnato l’inizio ufficiale della collaborazione tra CSO Italy e Nomisma, intrapresa qualche mese fa con l’obiettivo di offrire supporto concreto alle imprese del comparto, poiché “qualsiasi tipo di decisione per lo sviluppo del settore ha bisogno di un sostegno scientifico”, come ha sottolineato il presidente di CSO ItalyPaolo Bruni, che ha moderato gli interventi.
“Il Covid ha accelerato una serie di dinamiche che già si stavano delineando all’interno del reparto ortofrutta dei nostri supermercati”, ha esordito Claudio Mazzini, responsabile nazionale freschissimi di Coop Italia. “Un esempio su tutti: i dati riferiti all’ortofrutta confezionata, balzata al +10% nel 2020, trainata dalla necessità di velocizzare l’atto di acquisto e ridurre il tempo di permanenza in store oltre che da una maggiore percezione di sicurezza di un prodotto protetto dalla confezione”.
Secondo tema rilevato da Mazzini, la polarizzazione dei consumi, legata ad un cambiamento sociale in atto percepito da alcune fasce sociali più che da altre: “Siamo di fronte a una nuova e più complessa segmentazione dei consumatori. Riuscire ad intercettare queste modifiche determinerà il successo o meno di un player”. Infine, il manager di Coop non ha potuto non rilevare i cambiamenti sul fronte dei canali di distribuzione, ove emerge l’ulteriore crescita dei discount, i “supermercati semplificati”, come li ha definiti, ed inoltre l’incremento delle vendite nei punti vendita di prossimità e dell’online, una nicchia che prima della pandemia era impensabile potesse svilupparsi così rapidamente nel comparto ortofrutticolo.
Ne è stato testimone, nella tavola rotonda, Benedetto Linguerri, fondatore di “Local To You”, realtà bolognese specializzata nell’e-commerce di ortofrutta: “La nostra crescita in quest’ultimo anno è stata esponenziale, ma ora dobbiamo garantire un servizio efficiente e sostenibile, sotto l’aspetto economico, ambientale e sociale, superando il problema degli elevati costi dell’ultimo miglio e tutte le disastrose conseguenze che questo potrebbe provocare. Per farlo dobbiamo iniziare a parlare di omnicanalità, unendo l’online e l’offline”.
Ed ecco il commento di Marco Salvi, presidente di Fruitimprese e numero uno di Salvi Unacoa, che pure ha preso parte alla tavola rotonda: “La pandemia ci ha insegnato l’importanza del gioco di squadra, soprattutto all’inizio, quando il nostro Paese fu accusato di essere il principale focolaio di Covid, provocando notevoli problemi al commercio. Abbiamo saputo reagire, anche attraverso un’importante sinergia con le istituzioni e di questo dobbiamo essere fieri. I problemi da affrontare sono comunque stati enormi, tra i primi l’aumento dei costi di produzione. Non dimentichiamo che a fronte di una crescita del 6% dell’export a valore a fronte di un -4% a volume, le importazioni per il secondo anno consecutivo superano le nostre esportazioni e questo deve farci riflettere seriamente rispetto al ruolo che vogliamo ritagliarci sullo scenario internazionale”.
La diffusione del virus ha generato anche una vera e propria fobia per la concentrazione di persone, soprattutto in luoghi chiusi, un aspetto importante che si è riflesso all’interno degli stabilimenti di lavorazione, come ha sottolineato Angelo Benedetti, presidente e AD di Unitec: “Nella lavorazione della frutta ci sono sempre state delle alte concentrazioni di persone. Una peculiarità che in questo momento storico porta con sé la paura del contagio e, anche laddove tali rischi non fossero davvero tali, vengono comunque come tali percepiti. Noi di Unitec offriamo una soluzione a questo attraverso l’automazione, che permette il lavoro senza l’ausilio di operai, o perlomeno senza assembramenti all’interno dell’impianto di lavorazione”.
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