Salvare un faro per ridare luce al turismo? La speranza c’è e viene da Goro
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Guardiano solitario del mare, luce dopo un lungo viaggio e anticamente sinonimo di salvezza per i marinai, il faro di Goro è sempre stato un emblema per i cittadini. Fu costruito esattamente dov’era l’ottocentesca Lanterna Vecchia, distrutta dopo la Seconda guerra mondiale, sull’Isola dell’Amore, e per anni è stato possibile visitarlo dall’interno. I suoi ventiquattro metri d’altezza erano affascinanti per i bambini, ma anche per gli appassionati di birdwatching o per chi volesse semplicemente ammirare lo splendido paesaggio.
Ciò che appare davanti agli occhi dei visitatori oggi, invece, è lo stato di semi abbandono, tale che il sindaco ha dovuto richiedere che venissero murate le porte e le finestre dell’edificio, per evitare possibili atti vandalici. Molti fari d’Italia, come quello di Goro, potrebbero diventare nuovi punti di riferimento per i turisti stranieri.
Questa mattina, lunedì 12 settembre, a Palazzo Constabili, l’Agenzia del Demanio, in collaborazione con Difesa e Servizi S.p.a., ha presentato il nuovo bando “Valore Paese-Fari 2016”, gara promossa per il recupero e la valorizzazione dei fari sul territorio italiano. Tra i venti fari partecipanti rientra quello di Goro, visitabile nella giornata del 21 settembre.
Si sta evidenziando sempre di più la ricerca di un turismo diverso, non solo incentrato nelle grandi città ma alla ricerca della vera essenza dei luoghi. Il cicloturismo, con gli stanziamenti per le ciclovie, così come la valorizzazione dei cammini e dei circuiti lenti, con percorsi che si distaccano dai classici itinerari sta canalizzando le nuove tendenze dei viaggiatori, che preferiscono scoprire il territorio nella sua interezza.
Il bando, che sarà disponibile a giorni, sarà aperto a tutti i partecipanti, che potranno recarsi a visionare i fari negli Open Lighthouse Days, giornate dedicate alla scoperta del luogo e alla comprensione di ciò che andrebbe realizzato.
Il direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, ha affermato che verrà valutato l’investimento economico, che varrà il 40% del progetto, ma conterà soprattutto l’impatto sociale e il valore del progetto.
“Per noi il faro di Goro – dichiara il direttore – è molto interessante perché è in una zona splendida dal punto di vista paesaggistico e pensiamo possa attrarre moltissimi soggetti, imprenditori ma anche associazioni. Per questo ci aspettiamo una serie di proposte qualitativamente valide”.
Raggiungere il faro di Goro non è facilissimo, il Comune ha messo a disposizione un traghetto nel periodo estivo con un punto di attracco in Veneto e sono stati avviati i progetti di recupero della pista ciclabile.
“Sarebbe bello – afferma il sindaco di Goro Diego Viviani – venisse gestita anche la spiaggia antistante al faro, in modo che qualcuno si occupasse della pulizia, perché lì giungono tutti i residui trascinati dal Po. Ci sono molti aspetti da considerare, è una tipologia d’investimento diversa da quella fatta fino ad oggi, ma noi speriamo arrivino delle proposte stimolanti”.
È necessario investire sul territorio per essere competitivi e per attrarre i turisti, essenziali per l’economia del territorio, ma valorizzare panorami come quello dell’Isola dell’Amore e recuperarne i suoi tratti caratteristici è essenziale anche per i cittadini, che richiedono la riqualificazione di un simbolo distintivo, di cui tutti possano godere.
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Chiara Ricchiuti
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