Salvabanche: alziamo la voce, ci stanno rubando la vita! Una serie di conferenze durante il mese di maggio
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da: No Salva-Banche di Ferrara e Bologna
Siamo ad un punto topico della rappresentazione della tragedia “decreto salva-banche”. Il governo ha finalmente emanato il decreto sul “rimborso”, le virgolette sono d’obbligo, dei risparmiatori. La montagna ha partorito il topolino, ma è ormai noto a tutti, sotto i riflettori degli organi dell’informazione di regime anche un topolino può assumere le sembianze di un elefante.
Lo diciamo molto chiaramente prima di offrire un ragionamento più sottile: rifiutiamo senza esitazioni la soluzione prospettata dal governo rispetto al risarcimento dei nostri risparmi per una ragione molto semplice: il risarcimento, come sosteniamo da tempo, deve essere completo e generalizzato, deve cioé coprire l’interezza dei risparmi espropriati indipendentemente dallo strumento finanziario di cui si era in possesso. È di una semplicità imbarazzante che solo se si è in malafede si fatica a comprendere: vogliamo indietro tutto ciò che è nostro!
E dire che anche così sarebbe poco, perché nessuno potrà risarcirci della angoscia, della paura, della precarietà, della rabbia afona che un’intera classe di politici, di banchieri e di corrotti ci ha costretti ad ingoiare in questi mesi. Nessuno potrà risarcirci del furto di vita che abbiamo subito e continuiamo a subire quotidianamente.
Non c’è proprio nessuno da ringraziare, come invece sostiene con insopportabile paternalismo Matteo Renzi riferendosi al ministro dell’economia Padoan, per le poche briciole che il governo con questo decreto intende offrirci: la nostra dignità non è in vendita perché è ciò che ci ha dato la determinazione per opporci a questo scellerato esproprio.
Si tratta di briciole perché i rimborsi riguarderanno, contrariamente a quanto viene propagandato sugli organi dell’informazione, solo casi parziali e circoscritti – ai cui peraltro daranno una parte esigua-, tagliando fuori una parte rilevante delle persone e delle famiglie espropriate, alcune delle quali saranno costrette ad affrontare un costoso e probabilmente infinito arbitrato.
Con questo decreto il governo pensa di riuscire a smobilitarci, di dividerci per esercitare il suo comando, di fiaccare la nostra battaglia. Noi invece dimostreremo che sapremo rispondere in modo unitario contro il decreto salva-banche e contro la farsa del rimborso.
Un’ultima considerazione finale: questo decreto sul risarcimento, del tutto insufficiente come già sottolineato, è una nostra conquista, è ciò che abbiamo saputo strappare con i nostri mesi di lotta. Si tratta di un punto di arrivo della nostra mobilitazione che però non ci accontenta ma che allo stesso tempo ci conferma che la strada intrapresa è quella giusta, perché porta a risultati concreti.
Con questo spirito lanciamo due iniziative a Ferrara, dove il fallimento Carife ha devastato il tessuto sociale e a cui l decreto di venerdì scorso non concede nulla, come è successo ad Arezzo con il crack di Banca Etruria, o come è accaduto in altri territori con il fallimento o la crisi di Carichieti, Banca delle Marche e Banca Popolare di Vicenza.
– 3 maggio ore 21 presso Casa Cini, Via Boccacanale di Santo Stefano 24 incontro pubblico di preparazione e lancio della manifestazione
– 4 maggio ore 15 di fronte la fondazione Carife (via Cairoli 13) conferenza stampa per il lanciare la manifestazione pubblica di sabato
-7 maggio ore 15 Piazza Castello manifestazione pubblica per far sentire la nostra voce di rabbia e indignazione. (A differenza della precedente indicazione il raduno si terrà in piazza Castello e non più in Piazza del Municipio per mancata autorizzazione)
Queste iniziative rappresentano il primo momento di un percorso di mobilitazione a Ferrara, in collegamento con i risparmiatori degli altri territori, per riavere ciò che è nostro.
Non dovranno essere strumentalizzate da nessun partito, associazione di categoria, sindacato o movimento, perché sono completamente auto-organizzate. Quindi in piazza quel giorno non dovranno esserci altri simboli politici, ma soltanto il simbolo “No Salva-Banche” insieme ai nostri slogan. Quel giorno ciò che dovrà contare è esclusivamente il protagonismo dei risparmiatori espropriati dal governo e dalle banche. Dimostreremo che abbiamo la forza e la capacità di essere dove non si aspettano di trovarci e di continuare a mobilitarci per riprenderci ciò che ci spetta.
Abbiamo ascoltato la nostra dignità, continueremo a batterci con ogni mezzo necessario finché non ci verrà restituito tutto!
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