Uno dei più comuni mal di schiena è dovuto alla disfunzione sacro-iliaca. Capire se si tratta veramente di una disfunzione sacro-iliaca posteriore può essere difficile a causa della somiglianza dei sintomi con altre condizioni di dolore simili, come per esempio l’ernia del disco e la radicolopatia, ossia il dolore del nervo sciatico, dolore che si estende lungo la gamba. E’ quindi necessario un esame clinico abbastanza approfondito per identificare la natura del problema. Per evitare diagnosi errate, occorre procedere con due tipi di visite, un esame obiettivo da parte di un medico e un esame palpatorio da parte di un osteopata, il quale può anche indicare i trattamenti più adeguati per migliorare la sofferenza.
Premessa
Il bacino è formato dal sacro, osso triangolare a base superiore, su cui poggia la colonna vertebrale; quest’ultima esercita una spinta verso il basso che tende a lussare le due ossa iliache poste ai lati. Per natura l’articolazione sacro iliaca compie dei piccoli movimenti di 1 cm circa, questi spostamenti sono molto frequenti durante la gravidanza, per esempio, ma esistono anche situazioni patologiche per le quali il bacino può subire dei disallineamenti o livellamenti dai quali deriva uno squilibrio che si ripercuote sia verso l’alto sulla colonna vertebrale (scoliosi), che verso il basso, sugli arti inferiori. Inoltre, il troppo movimento (iper-mobilità) o il troppo poco movimento (ipo-mobilità) possono causare problemi biomeccanici all’articolazione. I cambiamenti ormonali, poi, (questi si riferiscono per lo più ai cambiamenti ormonali durante la gravidanza) possono produrre lassità nei legamenti del bacino e, insieme all’aumento di peso, comportare uno sforzo maggiore e dolore. Poi ci sono molti disturbi che colpiscono le articolazioni del corpo e che possono causare l’infiammazione delle articolazioni, come per esempio la gotta, l’artrite reumatoide, la psoriasi, la pondilite anchilosante.
Le cause
– evento traumatico diretto su un fianco destro o sinistro (per esempio in seguito a caduta accidentale);
– sforzi in flessione/torsione del tronco;
– cattivo riallineamento del bacino dopo il parto;
– manovre forzose eseguite per necessità operatorie durante interventi chirurgici;
– posture scorrette prolungate.
I sintomi
Il dolore nella zona sacro iliaca viene definito come “un chiodo” che punge e il dolore si espande nell’inguine e lateralmente lungo la coscia, generalmente non oltrepassando il ginocchio. ll dolore associato con la disfunzione dell’articolazione sacro-iliaca si presenta più comunemente nelle natiche e nella parte bassa della schiena, ma può anche interessare le gambe, l’inguine e persino i piedi. Il dolore può essere aggravato dallo stare in piedi per lungo tempo, dal sostenere il peso corporeo più su una gamba che rispetto all’altra, salire le scale, correre, avere posture scorrette A seconda della gravità del dolore, la disfunzione sacro-iliaca può rendere difficile rigirarsi nel letto, mettere le scarpe e le calze, mettere le gambe dentro e fuori dalla macchina, è probabile che si avverta dolore a un lato della parte bassa della schiena durante la guida su lunghe distanze. Inoltre, si avverte rigidità nella parte bassa della schiena nel momento di alzarsi dopo essere stati seduti per lunghi periodi e la mattina quando ci si alza dal letto.
Diagnosi e cura
Come anticipato, affinché la diagnosi sia approfondita, occorre fare due tipi di esame: un esame obbiettivo che permette di identificare il tipo di lesione, valutando anche la presenza di eventuali dismetrie degli arti inferiori, e un esame palpatorio che mette in evidenza la presenza delle zone di infiammazione, fondamentale per stabilire l’effettiva presenza del disallineamento e la reale esistenza di una dismetria agli arti inferiori. Solo in questo modo si evitano conseguenze a carico dell’integrità futura dei dischi intervertebrali e delle articolazioni sottostanti al bacino. Un trattamento mirato pone rimedio riallineando o normalizzando gli emi bacini, con annullamento della scogliosi del rachide ed eliminazione del dolore acuto. Il dolore residuo scomparirà già dopo il primo trattamento nell’arco di due giorni.
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Nuccio Russo
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