Sabato 6/4 ore 18 Simone Finetti presenta “Heroes – gli inconsapevoli eroi della cucina” presso libreria Ibs+Libraccio Ferrara
Tempo di lettura: 3 minuti
Da: Eventi Ferrara
Dialoga con l’autore la Dirigente Scolastica della scuola alberghiera O.Vergani Roberta Monti.
Che cos’è, un eroe? Penserete forse a gesta, imprese epiche, atti eclatanti. E se vi dicessi che gli eroi sono silenziosamente intorno a noi? Si alzano ogni mattina prima dell’alba a mungere, a dialogare con gli alberi per portare sulle tavole oli favolosi, a trarre dai campi frutti e ortaggi nel rispetto della natura, ad allevare senza torturare e avvelenare. Gli eroi sono le nonne che con la loro pasta fresca stesa a mattarello raccontano la storia, sono i nonni che portano i nipoti per boschi e li guidano verso la tradizione di secoli, racchiusa tra le spore di un fungo. Ho scritto questo libro e l’ho chiamato Heroes perché faccio lo chef e vado a caccia di Eroi. Gente vera, come i miei mentori, le persone che mi hanno fatto scoprire l’amore per la terra, per la perfezione della natura, per un passato senza il quale non può esistere futuro. Lasciate un attimo gli smartphone (un attimo eh?) e provate
ad andare nell’orto, a vedere una piantina crescere, a dare un morso a un pomodoro inondato dal sole. Ve lo racconto attraverso la cucina perché quello è il mio lessico.
La cucina è anima, amore, scienza, tradizione, passione. E uno chef è un servitore della materia prima nobile, senza la quale non esiste vera cucina. Non si tratta solo di “cibo”.
Si tratta di cultura, di territorio, di valori che non possiamo perdere per correre dietro alle
sirene della produzione di massa.
Sono nato a Lugo di Romagna nel 1989, con un’insana passione per la cucina, latente fino ai quattro anni, quando nonna Albertina mi mette in mano mattarello e farina insegnandomi l’arte delle tagliatelle. L’infanzia prosegue fra la pesca con nonno Ledo e la
coltivazione degli orti con nonno Guido: a 9 anni sono in grado di comprendere l’importanza della cucina tradizionale e della provenienza delle materie prime e a 14 il primo motorino è un mezzo per arrivare al porto di Comacchio e nei boschi delle colline bolognesi, con l’intento di scoprire tutto ciò che sia commestibile, rivisitabile, elaborabile alla luce del mio istinto. La partecipazione alla quarta edizione di Masterchef segna
una svolta improvvisa nella mia vita, arriva la vera consacrazione: firmo un contratto con Voiello per la realizzazione di “Master of Pasta” e frequento la scuola di alta cucina Alma di Gualtiero Marchesi. Studio sui manuali classici e incontro il mio vero mentore, Giacinto
Rossetti (tre stelle Michelin) anima del ristorante Trigabolo, grazie al quale approfondisco
ogni area della cucina. Giacinto mi ha insegnato anche la fisiologia e l’allevamento degli animali secondo il rispetto delle loro abitudini. Collaboro con il San Domenico di Imola (due
stelle Michelin) e invento le mie prime ricette speciali.
E poi la chiamata per il nuovo Masterchef All Stars, una sfida non più amatoriale ma tra professionisti, dove ho lottato per il titolo con nuove e importanti nozioni, esperienze e valori: torniamo a conoscere la nostra terra, al rispetto del corso naturale delle stagioni, alla consapevolezza che senza una solida tradizione non può esistere innovazione.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani