Sabato 4 giugno 2016 , Dead Meadow (Usa) e Istvan (Ita) live presso Circolo Arci Zone K
da: Associazione Zone K
Ecco un altro evento incredibile al Circolo Arci Zone K di Malborghetto Di Boara, sabato 4 Giugno saranno di scena gli americani Dead Meadow, una delle più importanti band psichedeliche del panorama mondiale.
I Dead Meadow, molto influenti sulla scena heavy-psych attuale, combinano l’hard rock dei ’70 con il rock psichedelico dei ’60. Le atmosfere lisergiche e prossime allo stoner-rock che la band inserisce nei suoi brani, unite ad una forte componente blues e ad incursioni folk, contribuiscono a creare un sound ipnotico piuttosto moderno e originale.
I Dead Meadow sono una band statunitense costituitasi a Washington, D.C. nel 1998. Attualmente il gruppo ha pubblicato 7 album studio e un live. La formazione originaria della band era costituita da Jason Simon come cantante e chitarrista, Steve Kille al basso e Mark Laughlin alla batteria. Quest’ultimo lasciò la band nel 2002 per seguire la carriera di avvocato e fu sostituito da Stephen Mc Carty. Attorno al 2005 un altro membro, il chitarrista Cory Shane, si aggiunse alla band.
Il primo album, “Dead Meadow”, è stato pubblicato nel 2000 dalla Tolotta Records, cui fa presto seguito nel 2001 “Howls from the Hills”. L’anno successivo, il 2002, è segnato dall’album live “Got Live if you want it”. Agli inizi del 2003 la band cambia etichetta discografica, passando alla Matador records e pubblicando l’album “Shivering Kings and Others”. A segnare invece l’ingresso del secondo chitarrista Cory Shane è l’album inciso nel 2005, “Feathers”. Nel 2008 arriva “Old Growth”, sempre sotto Matador Records e prodotto dal bassista Steve Kille. “Three Kings”, uscito nel (2010) sotto la nuova etichetta Xemu, è una sorta di live che raccoglie alcuni dei brani più celebri registrati dal vivo ed in più cinque brani inediti. Nel 2013 esce “Warble womb”.
Ad aprire le danze della serata saranno gli Istvan. Poco più che ventenni, i tre sono cresciuti a Forlì e esordiscono su Bronson Recordings con un album quasi del tutto strumentale. “Istvan” è figlio dei grandi maestri tra heavy, psych, e doom contemporaneo, ispirato alla filosofia del mistico tedesco del Seicento Johannes Scheffler, che qui in Italia conosciamo come Silesio.
Istvan è un nome proprio ungherese dal fascino oscuro e arcano che si sposa alla perfezione con l’immaginario da cui nasce questo concept ispirato al “Pellegrino Cherubico”, una raccolta di aforismi sull’ascesa dell’uomo in uno stato di abbandono e vicinanza alla sfera divina. Tra metafisica, panteismo e spiritualità cristiana, le tracce si avventurano in distese desolate tra deserti stoner, andamenti doom e avvolgenti rarefazioni drone dove il magma incontra e si scontra con le foschie post-rock.
Incombono i fantasmi di Earth, Om ed Earthless, aleggia lo spirito di Black Sabbath e una reminiscenza di Slint, e ancora quello del vate John Fahey, nell’intermezzo “Stonemill” che divide il disco in due e regala una fugace ascesi acustica.
I tre gravitano attorno alla scena punk/hardcore/screamo di Forlì, ma presto si defileranno per perdersi tra le nebbie.
Appuntamento di assoluto prestigio, unico per la nostra città, da non mancare assolutamente.
L’apertura porte è prevista per le ore 20, l’inizio concerto per le ore 22 circa. Biglietti disponibili alla cassa e posti limitatissimi.

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)