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Sabato 23 gennaio, presso la Galleria Fondantico di Bologna, inaugurazione della mostra d’arte “I dipinti di una vita” di Emmalisa Senin

Articolo pubblicato il 15 Gennaio 2016, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: organizzatori

Dal 23 gennaio al 6 febbraio 2016 la galleria Fondantico Arte+ ospita la mostra Emmalisa Senin. I dipinti di una vita, che raccoglie 50 opere, su tela e su carta, della pittrice bolognese d’adozione, scomparsa nel 1995.
Emmalisa Senin ha vissuto il suo lungo tempo nel continuo dialogo con la pittura, che si fa visione del mondo, lirica e quasi trasognata, mai distaccata dal sensibile.
In mostra, una selezione di lavori esemplari della visione del mondo dell’artista, dell’approccio lieve e al tempo stesso penetrante alla vita delle cose quotidiane; della sua pittura discreta e misurata, percorsa dal respiro di una sommessa e malinconica poesia della ferialità che non è intimistico ripiegamento su se stessa, ma espressione di impegno morale.
Olii e carte dove un tenue e lontano riaffiorare di memorie, di immagini, di luci, di silenzi. creano una suggestione delicata e insieme inquieta di quotidianità filtrate, di mondi vicinissimi eppure lontani, di tempi trascorsi, di solitudini.
Emmalisa Matteazzi Senin (Este, Padova, 1914 – Bologna 1995), compie gli studi scolastici a Vicenza, dove viva con i genitori e cinque fratelli.
Assecondando la sua grande passione per la pittura i genitori le permettono di continuare gli studi a Venezia, presso il pittore Alessandro Milesi, di cui fu allieva dal 1933 al 1936.
E’ con il matrimonio con Angelo Senin, nel 1936, che si trasferisce a Bologna, dove rimarrà, salvo brevi periodi trascorsi a Parma e a Roma, fino alla sua morte nell’ottobre del 1995.
La nascita di otto figli non le impedisce di dedicarsi con continuità all’esercizio del disegno e della pittura, nelle varie tecniche del disegno a matita e a carboncino, della pittura ad olio e ad acquarello, e, negli ultimi anni della vita, all’incisione su legno e su lastra.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani