Sabato 22 novembre, presso l’Unipol Auditorium, The Swallow Quintet in concerto
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da: ufficio stampa Bologna Jazz Festival
Steve Swallow, basso; Carla Bley, organo;
Chris Cheek, sax tenore; Steve Cardenas, chitarra; Jorge Rossy, batteria
Sabato 22 novembre, dopo ben 26 giorni ininterrotti di concerti e altri contenuti jazzistici, l’edizione 2014 del Bologna Jazz Festival gioca la sua ultima carta. Sarà il quintetto del bassista Steve Swallow a suonare le note conclusive di un’edizione che si ricorderà per l’ampio successo riscosso. Al fianco dello storico maestro del basso elettrico ci sarà un gruppo di grandi personalità: Chris Cheek al sax tenore, Steve Cardenas alla chitarra, Jorge Rossy alla batteria e, soprattutto, Carla Bley all’organo. Lo Swallow Quintet, in scena all’Unipol Auditorium (ore 21:15), mischia le carte del groove organistico anni Sessanta e dello swing con una sensibilità interpretativa contemporanea.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main sponsor Gruppo Hera.
Maestro indiscusso, anzi, addirittura pioniere del basso elettrico nel jazz: Steve Swallow lo imbraccia dalla fine degli anni Sessanta, quando era membro del quartetto di Gary Burton, agli albori della fusion tra jazz e rock. Prima di allora Swallow (nato nel 1940 nel New Jersey) si era cimentato naturalmente col contrabbasso, legandosi ad alcuni musicisti che assieme a lui avrebbero segnato la storia del jazz d’avanguardia di quel periodo: Paul Bley e Jimmy Giuffre. La sua presenza nei Jimmy Giuffre 3, già nel 1960, gettava le basi per una collaborazione che si sarebbe ripetuta nel corso dei decenni successivi. Ancora in veste acustica, Swallow transita anche nei gruppi di Art Farmer, Stan Getz, George Russell.
Poi la svolta elettrica, senza più ritorno al contrabbasso: sul nuovo strumento Swallow trova uno stile personale e sorprendente, scevro dagli influssi rock che accompagnarono l’apparizione dei Fender bass nel jazz sessantottino. Il suo approccio è invece quasi chitarristico, concentrato sul registro superiore dello strumento.
Gli anni Settanta furono per Swallow un periodo di ‘transizione’. Alla fine di questo decennio riemerse nuovamente grazie alla collaborazione con Carla Bley, i cui gruppi da allora sono stati il palcoscenico principale di Swallow (senza per altro escludere altre collaborazioni di grande rilievo, come quelle con Paul Motian e John Scofield).
Col nuovo millennio Swallow ha continuato una infaticabile attività concertistica, ma sentirlo in veste di leader non è cosa di tutti i giorni: a parte due notevoli trii all leaders (quello con Carla Bley e Andy Sheppard e i We3 con Adam Nussbaum e Dave Liebman), Swallow ha dato vita a un quartetto diventato poi, con l’aggiunta di Jorge Rossy, l’attuale quintetto. Questa ancor giovane formazione, che si avvale di Carla Bley all’organo, ha comunque già lasciato il segno: Into the Woodwork, pubblicato nel 2013 dalla ECM/ExtraWatt.
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concerto di The Swallow Quintet (22 novembre):
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