Quando mi chiedono consigli per sapere quale sia il posto migliore del giardino per mettere a dimora una pianta, ho diversi tipi di risposta. Quella botanico-scientifica prende in considerazione le esigenze di terreno, acqua, temperatura e luce; quella paesaggistica valuta il quadro complessivo e l’immagine del giardino; ma quando si tratta di una pianta molto amata, la mia risposta è sempre stata: “mettila dove la puoi vedere dalla finestra”. Dopo anni di coabitazione con un giardino, mi sono resa conto di avere trascorso molto più tempo in casa che fuori, e la soddisfazione di poter godere della bellezza di alcune delle mie piante mentre sto lavorando al computer o mentre sbrigo le faccende in cucina, mi appaga totalmente, grazie ai quadri vivi, sempre diversi, che posso guardare attraverso la cornice di una finestra. Proprio in questi giorni grigi di novembre, il mio giardino mi regala il momento magico di una delle mie piante preferite: l’ortensia quercifoglia (Hydrangea quercifolia). Come le sue sorelle Ortensie appartiene alla famiglia delle Saxifragraceae, è un arbusto di medie dimensioni e dalle nostre parti viene coltivata come pianta da giardino. Rispetto alla comune ortensia macrofilla (Hydrangea macrophylla sin. Hydrangea hortensis ), molto conosciuta e diffusa, questa varietà, nonostante sia molto più rustica di quella comune, viene poco considerata, ed è un vero peccato perché proprio in autunno diventa spettacolare, quando le sue larghe foglie smerlate come quelle di una quercia, si incendiano di tutte le possibili sfumature brunite di rosso. Ogni anno è diversa, quest’anno le tonalità scure sono quasi inesistenti e la mia ‘bellona’ è una massa porpora che si staglia netta, su tutti gli altri colori del giardino. La quercifoglia non è bella soltanto per il fogliame, ma si riempie di sfere ricche di infiorescenze bianche a quattro petali. A metà dell’estate un comando interno della pianta sospende i contatti tra le radici e i fiori e, mentre le foglie mantengono il loro aspetto sano e polposo, i fiori lentamente si disidratano diventando di carta. Praticamente sono già pronti per essere raccolti e conservati per fare decorazioni autunnali molto raffinate.
Se consideriamo che è una pianta che resiste al freddo, alla siccità, che sta bene a mezza-ombra, divide volentieri la terra con le radici di un albero, non si ammala e richiede come unica potatura l’eliminazione dei rami secchi, è davvero un mistero che non sia diffusa nei giardini in modo massiccio. Un mistero che ha facile soluzione, perché l’ortensia quercifoglia richiede un po’ di pazienza. Le piante giovani hanno un aspetto striminzito per una caratteristica dei suoi rami, che quando sono privi di foglie si spellano naturalmente del loro strato superficiale. Non è il sintomo di una malattia, ma a molti non piace avere sotto il naso una pianta che per qualche anno sembra pronta a morire di stenti. In realtà lei sta benissimo, sta solo prendendo confidenza con il luogo, ma quando decide di crescere diventa, in poco tempo, un cespuglio molto bello, che si allarga, senza essere invadente.
Nel mio giardino ho scelto di concentrare le fioriture tra la primavera e l’inizio dell’estate, poi lascio parlare le foglie con le loro forme e sfumature di verde che, in autunno, si trasformano, regalandomi una nuova esplosione di colori caldi e dorati. Una tavolozza che sta molto bene con i colori dei crisantemi con il fiore a margherita, esattamente quelli che abbiamo portato ai cimiteri. Se abbiamo un angolino nel nostro giardino, invece di buttarli via, li possiamo piantare senza problemi, sono erbacee rustiche e perenni che l’anno prossimo fioriranno tranquillamente. Bisogna innaffiarli nei momenti di siccità, e per averli un po’ compatti, andrebbero cimati durante la primavera, spezzando le punte in modo che la pianta non cresca in modo disordinato, ma stanno bene comunque, anche un po’ spettinati, magari alla base di un’ortensia quercifoglia.
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Giovanna Mattioli
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