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Rosa d’autunno
…un racconto

Articolo pubblicato il 21 Marzo 2022, Scritto da Carlo Tassi

Tempo di lettura: 2 minuti


Rosa d’autunno
Un racconto di Carlo Tassi

Le illusioni volano via come il fumo di questa sigaretta.
La musica rende dolce questo mio esser solo.
La tua pelle, nuova come i tuoi sogni.
I tuoi occhi curiosi, maliziosi, confondono i miei sensi.
Ubriacato dal tuo ricordo che persiste nel tempo.
Sempre, ogni momento.
Come ora.

E rimani sempre tu a farmi compagnia.
Nonostante la mia età, la mia rassegnazione.
Il corpo della mia chitarra, come i tuoi fianchi.
La tua pelle tesa, come queste sue corde.

Due dita le sfiorano provocando vibrazioni.
Altre dita le premono togliendole il respiro.
Così la chitarra comincia a suonare.
Lieve, poi più forte e ancora di più.
Il volume è costante ma aumentano i toni.
Il ritmo è variabile, come l’umore.
Poi tutto tace, poi riprende lento e di nuovo veloce.
Un crescente coito armonico.

Sedotto dalla mia telecaster.
E ancor mi sorprendo a titillarla e farla urlare.
Gemiti elettrici, suoni liquidi, argentini.
Si sciolgono tra i polpastrelli indaffarati, arrivano al cuore.

Fossi tu questa chitarra, che ti farei di più e meglio?
Certo non raggiungeresti questi acuti di diamante.
Non potresti.
Non sarai mai la mia schiava e nemmeno lo vorrei.
Non come la mia chitarra!
Abbracciato al suo corpo di frassino,
faccio sesso con la musica.
Mani esperte, addestrate,
si muovono tra memoria e istinto.

L’unico omaggio che posso farti,
coi miei troppi anni e i tuoi troppo pochi,
è questo assolo di chitarra.
Accontentati, mia giovane, profumata rosa d’autunno.
E sii felice.

I Don’t Want to Know (Muki, 2000)


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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani