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da: ufficio stampa Comune di Ferrara

In risposta all’Interrogazione, presentata dal Consigliere Talmelli del Guppo PD, con P.G. 113073 del 5.11.2015, in merito ai progetti di educazione all’affettività e sessualità della scuole del comune di Ferrara. Con riferimento alla richiesta del 2.11.2015, P.G. n. 113073/2015, si riferisce che:
1. Nei Nidi d’infanzia/Servizi integrativi e nelle Scuole dell’infanzia dell’Istituzione dei Servizi educativi scolastici e per le famiglie, non sono presenti progetti specifici di educazione all’affettività e sessualità.
All’interno del progetto pedagogico di ogni Servizio educativo sono comunque presenti, in quanto imprescindibili per la formazione di ogni persona, diversi obiettivi inerenti il tema delle relazioni e delle emozioni, così come previsto dalla Carta dei Servizi educativi del Comune di Ferrara e, nello specifico:
“Relazioni, emozioni e conoscenze. La stabilità e la qualità relazionale del contesto costituiscono un prerequisito fondamentale di un servizio educativo che si propone di:
• sostenere i bambini nel loro processo di crescita e di conquista di autonomie fisiche, affettive e cognitive.
• sviluppare in loro la capacità di interrogarsi sulle cose che li circondano, di conquistare punti vista autonomi sulla realtà, strategie esplorative e competenze linguistiche e rappresentative capaci di organizzare e descrivere le esperienze;
• far scoprire e sperimentare la molteplicità e ricchezza dei diversi linguaggi comunicativi,.caratteristici della società attuale senza perdere di vista che la conquista del linguaggio e dei linguaggi avviene con un processo che affonda le sue radici nell’ esperienza corporea dalla quale non è possibile prescindere”
“Coordinate pedagogiche”, in Carta dei Servizi per l’infanzia del Comune di Ferrara, (p.6.), approvata il 21.04.2004, verbale n. 32/28832 del C.C.
All’interno di questi ambiti l’attenzione al rispetto delle differenze individuali costituisce un importante valore educativo e sociale in quanto contribuisce alla costruzione e diffusione di una cultura della solidarietà, del rispetto reciproco e della valorizzazione delle differenze.
A questo proposito, le insegnanti stanno frequentando un percorso formativo “Alla pari si impara” centrato sul tema della promozione delle pari opportunità e della valorizzazione delle differenze, prima fra tutte quella di genere.
Educare alle differenze non significa, come sovente si sente affermare da chi si limita a fornire un giudizio superficiale ed approssimativo, educare per livellare le differenze fra femmine e maschi in nome di un generico e moderno relativismo: niente di più sbagliato e fuorviante.
L’educazione alle differenze mira alla valorizzazione delle differenze, sottolineandone l’importanza e promuovendone il rispetto in ogni contesto.
Si è appena conclusa la settimana in cui si è ricordata la Giornata Internazionale di contrasto alla violenza di genere, che ha visto una mobilitazione ampia di molte energie delle forze sociali, dell’associazionismo culturale, delle principali realtà istituzionali della nostra Città.
In ogni iniziativa che si è tenuta, è stato ripetutamente affermato che l’unica strada per contrastare il fenomeno della violenza di genere, e più in generale della violenza, sia educare al rispetto dell’altro e delle differenze di cui è portatore.
Educare alle differenze, per contrastare e prevenire la diffusione degli stereotipi di genere, che radicati generano discriminazioni e sfociano nei casi più gravi in veri e propri atti di violenza.
Il percorso formativo offerto a tutto il mondo educativo delle scuole d’infanzia (comunali, statali e private) della Città “Alla Pari si Impara”, tenuto dall’Associazione Il Progetto di Alice, realtà solida e particolarmente accreditata nell’ambito della formazione e ricerca in studi di genere, che l’ha vista tra gli attori principali dell’iniziativa istituzionale della Regione Emilia Romagna in occasione del 25 Novembre scorso, dal titolo: “Primo passo: Educare!”.
Siamo quindi in sintonia su questo tema con l’orientamento della nostra Regione, anzi l’abbiamo addirittura precorso.
2. I genitori delle scuole comunali vengono coinvolti, attraverso incontri assembleari e all’interno dei consigli di partecipazione, al fine di condividere i contenuti del progetto educativo annuale rivolto ai bambini di ogni Servizio educativo.
Sono certa che altrettanto venga effettuato anche nelle Scuole dell’obbligo, in quanto condivido pienamente il principio, a mio avviso fondante per l’alleanza educativa famiglie/istituzioni scolastiche, dell’informazione partecipata e consapevole.
Le Scuole cittadine sono dirette da un gruppo di Dirigenti che ritengo preparati, competenti e di grande esperienza, che sono certa operino sinergicamente con le famiglie, nel massimo interesse della qualità dell’offerta formativa per i minori di questa Città.
3. L’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie non deve essere necessariamente portata a conoscenza del Piano dell’Offerta Formativa di ogni singolo Istituto Comprensivo Statale (comprendente scuole dell’infanzia, primarie e secondarie), che ne delibera in piena autonomia.
In forza di esso infatti ogni scuola liberamente può decidere quali attività proporre agli alunni iscritti e frequentanti le rispettive scuole, in autonomia e assumendosene le conseguenti responsabilità.
Risulta quindi impropria la domanda posta dall’Interrogante, che testimonia in tal modo di non avere ben chiari gli ambiti di competenza e di intervento dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione e quelli delle singole Dirigenze Scolastiche, nonchè più complessivamente dell’Ufficio Scolastico Provinciale che le rappresenta, al quale invito il Consigliere eventualmente a rivolgersi, per vedere fugate le questioni che pone, augurandogli di trovare ulteriori risposte alle domande che pone.
Distinti saluti.
Annalisa Felletti, Assessore alla Pubblica Istruzione

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