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Risposta all’articolo di Mons. Negri titolato “la provocazione del vescovo. Un caso sulle eresie grilline” apparso sul Messaggero del 9 giugno 2015

da: organizzatori

Alle tante volte che la chiesa ha voluto e dovuto chiedere scusa all’umanità – si sa la chiesa è fatta di uomini e a volte gli uomini sbagliano – ne dovremmo aggiungere un’altra che, speriamo, si materializzi sulla stampa in un futuro prossimo.
Mons. Luigi Negri che non è dotato della prerogativa, solo papale, dell’”infallibilità”, dalle pagine del Messaggero nel contesto di un’intervista a Franca Giansoldati, esprime critiche di fondo ad un presunto ed inesistente apparato ideologico “eretico” del M5S Nazionale – prendendosela con Roberto Casaleggio – e al M5S di Ferrara.
Afferma Mons. Negri, riferendosi all’ideologia che secondo la sua fraintesa interpretazione, caratterizza il M5S: “Questa nuova realtà politica, e mi riferisco ai libri di Casaleggio, diffonde l’idea sbagliata che l’uomo è uguale a Dio. E’ un’eresia. Si affidano poi alla tecnologia della rete le scelte più importanti dal punto di vista sociale, etico, morale, politico”.
L’erede di San Maurelio,primo vescovo di Ferrara, , rincara inoltre la dose cercando di mirare alle fondamenta del M5S: “ ..è la diffusione dello scientismo tecnocratico. Chi ritiene di avere come punto di vista una sostanziale equiparazione tra l’uomo e Dio e che l’autorità suprema delle scelte è la rete, per coerenza, nemmeno dovrebbe venire in chiesa” .
Non ci vuole molto a capire che nelle poche deliranti affermazioni sopracitate, il porporato attacca violentemente in successione sia Roberto Casaleggio che tutto il M5S, ma anche Internet.
L’affermazione che Casaleggio auspicherebbe l’equiparazione dell’uomo a Dio, estrapolata e decontestualizzata dagli studi sociologici sulla comunicazione mediatica che Casaleggio indaga, è puerile e tanto riduttiva da risultare semplicistica ed offensiva.
La rete in sé non è altro che un sistema tecnologico capace di dare voce e facoltà di esprimersi globalmente a chi finora non l’ha mai avuta. Né Casaleggio, né Internet propongono assiomi o verità scientifiche o percorsi ideologici.
L’ingenuità di Mons. Negri è la criminalizzazione della rete in sé, come entità in puro spirito manicheo.
La rete non è un fine , è un mezzo, ma secondo l’arcivescovo evidentemente è uno strumento pilotato dal Maligno. In questo si avvicina molto alle affascinanti tesi fantapolitico-religiose dei Testimoni di Geova che individuano dichiaratamente la presenza di satana nei grandi organismi politici internazionali, ONU incluso.
Sarebbe come demonizzare quella parte della Fisica che studia le particelle atomiche poiché le scoperte scientifiche che ne derivano permettono di creare mezzi di distruzione di massa.
Se in un concistoro, o addirittura in un conclave, i cardinali operassero con strumenti elettronici digitali (ipotetici tablet vaticani) anziché su pezzetti di carta scritti con inchiostro da ripiegare dentro un’urna, sarebbe forse l’ispirazione del loro voto meno divina?
Non ci sono dubbi che una consultazione in rete sull’operato della sua persona nella città estense potrebbe rappresentare un vero incubo per il monsignore.
Le accuse del massimo prelato ferrarese sono tanto più paradossali quanto egli sembra non rendersi conto che è proprio il M5S l’unica forza politica, nel panorama nazionale, che propone un reddito di cittadinanza che, in sostanza, concretizzandosi come un massiccio trasferimento di denaro da chi ne possiede ingiustificatamente troppo a chi trova difficoltoso sopravvivere con dignità, raccoglie e implementa il messaggio religioso di una caritas “laica” che si avvicina maggiormente ai poveri, prediletti di Cristo.
Ma monsignor Negri è troppo occupato a bersagliare l’inoffensivo Roberto Casaleggio per rendersene conto; forse teme che una forza politica e laica possa, con un processo democratico condiviso, lentamente sostituirsi all’associazionismo cattolico che aiuta i poveri (Caritas in testa a tutti)?
Perso nelle autostrade senza uscite laterali del dogma, mons. Luigi Negri ignora completamente l’esistenza della EDD (Electronic Direct Democracy), un fenomeno culturale e globale che si sta battendo, proprio puntando sull’utilizzo di piattaforme digitali, per una transizione da una democrazia rappresentativa – dove sono gli eletti nelle urne a decidere – a una democrazia diretta – dove i cittadini partecipano direttamente al processo legislativo e deliberativo della politica. Un movimento culturale con inevitabili implicazioni politiche che proietta il comune cittadino nell’agone della condivisione e decisione politica, dandogli anche la possibilità di intervenire nella formulazione delle leggi ,utilizzando proprio le piattaforme digitali.
Ma forse è proprio questo che da fastidio, il fatto che le pecorelle, smarrite o meno, possano mettersi allo stesso livello dei lupi che le dominano, le manipolano e ogni tanto le mangiano. E’ una questione di rispetto di ataviche gerarchie. E la chiesa in materia di gerarchie se ne intende. Non può capire l’uno vale uno del M5S.
La maggior caduta di stile ,tuttavia, è quella di attaccare direttamente un movimento politico, anche a livello locale, affibbiandogli l’etichetta di “Giacobinismo” e anticlericalismo.
Caro Monsignor Negri, guardi che noi non siamo anticlericali, ma bensì laici, che è un po’ diverso. Del resto, se si confonde ideologia con tecnologia……
Il M5S di Ferrara rifiuta il tentativo di strumentalizzazione mediatica da parte dell’arcivescovo di Ferrara e contestualmente stigmatizza l’inopportunità di una discesa in campo “politica” di un prelato che addirittura si interroga sulla legittimità degli appartenenti di un movimento politico di entrare in chiesa o meno.
Un‘esternazione ben poco edificante per la nostra curia.

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)