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da: Este Edition Srl

A 120 anni dalla nascita del famoso/famigerato Italo Balbo e a un decennio dalla scomparsa dell’autore Learco Maietti, «in considerazione delle numerose richieste dei lettori» la casa editrice Este Edition ha ritenuto necessario riproporre – in una nuova veste grafica ma mantenendo l’apparato iconografico e l’orginale Prefazione di Alessandro Roveri – il saggio biografico ITALO BALBO. UN UOMO SCOMODO, pubblicato per la prima volta nel 2000 (sessantesimo della morte di Balbo), «per anni richiestissimo e da tempo esaurito». Il libro conserva in chiusura anche il noto Dialogo immaginario con Italo Balbo, più volte rappresentato in forma teatrale.

Nato a Ferrara e laureato in Sociologia, Learco Maietti (1936-2005) ha trascorso una vita nel mondo bancario. Diversi anni fa ha pubblicato Il Ferrarese di Quartesana e i suoi tempi, nucleo embrionale di Italo Balbo. Un uomo scomodo.

SINOSSI DEL LIBRO
A distanza di tanti anni dalla sua tragica morte, emergono con maggiore chiarezza i caratteri della sua evoluzione politica e maturazione umana.
La trasformazione di Balbo da duro ras squadrista a Ministro organizzatore dell’Aeronautica ne fa un autentico uomo di Governo innovatore, rigoroso e devoto al Duce.
La sua popolarità in Italia e all’estero raggiunge nei primi anni ’30 vette elevatissime suscitando entusiasmi popolari, invidie e ingiustificate calunnie provenienti dall’ambiente del regime.
Il Duce comincia a temerlo, i gerarchi lo accusano di frondismo. Le reazioni di Balbo sono tempestive, dirette, aspre ed espresse in piena autonomia. Lui fa capire che non sarà facile liquidarlo, anzi la sua popolarità, il suo rigore critico e morale potranno permettergli di puntare sempre più in alto.
Tutto ciò fa di Balbo un leader scomodo e temuto.
Gerarchi, uomini vicini al Duce fanno intendere che Balbo aspira a rappresentare un’alternativa al Capo “infallibile”.
Potrebbe quindi essere un elemento pericoloso per il Duce? Pare proprio di sì.
Il Maresciallo dell’Aria all’apice della sua popolarità, alla fine del 1933, viene silurato dal Capo. Inviato in Libia… in “esilio” farà il suo dovere di colonizzatore e di soldato in una guerra da lui non voluta, nel corso della quale sarà la contraerea italiana ad abbattere il suo aereo ormai in fase di atterraggio: morte beffarda, tragica e ancora avvolta nel mistero.

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