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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La Giunta regionale ha approvato il testo che avvia la seconda fusione nel territorio riminese. Petitti: “La nascita di un unico Comune tra queste tre realtà consentirà l’ulteriore ottimizzazione delle risorse pubbliche a disposizione del riminese, il miglioramento dei servizi per i cittadini e le imprese e la semplificazione dell’organizzazione”.

Bologna – Via libera della Giunta regionale alla fusione dei Comuni di Mondaino, Saludecio e Montegridolfo in provincia di Rimini.

E’ stato approvato oggi il progetto di legge per l’istituzione di un nuovo Comune unico che interesserà 5.587 abitanti. Si avvia così l’iter per la presentazione in Assemblea legislativa del testo di legge, che oggi ha ricevuto il parere positivo del Cal e che prevede anche il referendum consultivo tra i residenti.

“Il testo recepisce la volontà dei tre Comuni, che hanno presentato alla Regione la domanda di fusione”, spiega l’assessore regionale a Bilancio e Riordino istituzionale Emma Petitti. “La nascita di un unico Comune tra queste tre realtà, che già appartengono all’Unione della Valconca, consentirà una ulteriore ottimizzazione delle risorse pubbliche a disposizione del territorio, il miglioramento dei servizi per i cittadini e le imprese e la semplificazione dell’organizzazione. Siamo al secondo percorso di fusione nella Valconca di Rimini, e altre ne partiranno nei prossimi mesi. Le scelte giuste per garantire competitività e sviluppo ai territori”.

Il nuovo Comune unico dalla sua istituzione beneficerà di un contributo regionale pari a 290 mila euro per i primi 3 anni e di 140 mila euro dal 4° al 15° anno, oltre a quasi 600 mila euro annui di contributo statale per 10 anni. Per un totale complessivo nei prossimi 15 anni di 8,55 milioni di euro.

Le fusioni in Emilia-Romagna

Sono oltre 50 i Comuni in cui sono stati avviati dibattiti per l’avvio di processi di fusioni e, in particolare, 7 i nuovi percorsi di fusione già iniziati nel 2016. Oltre a Mondaino, Saludecio e Montegridolfo nel riminese, l’iter è avviato in provincia di Piacenza per Borgonovo Val Tidone e Ziano Piacentino (dove si terrà il referendum il prossimo 6 marzo) e hanno già formalmente inviato le istanze di fusione alla Regione anche i Comuni di: Fontanelice, Casalfiumanese e Borgo Tossignano nel bolognese; Mirabello e Sant’Agostino nel ferrarese; Sant’Ilario d’Enza, Gattatico e Campegine nel reggiano e, ancora in provincia di Piacenza, Bettola, Farini e Ferriere, da un lato, e Vigolzone e Ponte dell’Olio, dall’altro.

Entro la fine di febbraio la Giunta regionale presenterà tutti i progetti di legge per l’istituzione dei nuovi Comuni, rispondendo positivamente alle istanze approvate dai Consigli Comunali e presentate dai Sindaci alla Regione.

Dall’entrata in vigore della legge regionale di riordino territoriale (21/2012), sono stati 8 i processi di fusione che hanno determinato in Emilia-Romagna la nascita di altrettanti Comuni unici al posto dei 22 preesistenti. Dal 1° gennaio 2016 il numero dei Comuni in Emilia-Romagna è sceso a 334 (-14 dal gennaio 2013).

I vantaggi delle fusioni

La legge di stabilità 2016 ha stabilizzato gli stanziamenti statali per incentivare le fusioni (30 milioni annui), raddoppiando la misura dell’incentivo previsto (dal 20 al 40% dei trasferimenti statali al Comune nel 2010, con un tetto massimo di 2 milioni annui).
Ogni amministrazione può calcolare i contributi statali utilizzando la tabella aggiornata per il calcolo pubblicata sul portale regionale Autonomie.

Ai nuovi Comuni nati da fusione sono, inoltre, destinati contributi regionali ad hoc definiti di volta in volta dalla specifica legge istitutiva.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA



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