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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore regionale Gazzolo, presente all’inaugurazione: “Restituito alla comunità un patrimonio ricco di storia e di fascino”

Bologna – A tredici anni dalla chiusura causata da un crollo, riapre oggi a Riolo Terme, in provincia di Ravenna, la Grotta di Re Tiberio. L’importante sito archeologico, localizzato nel polo estrattivo regionale di gesso di Monte Tondo (Riolo Terme/Casola Valsenio), torna a nuova vita dopo la campagna di scavi avviata nel 2010 e gli interventi che ne hanno garantito la fruibilità. Sono stati realizzati un sentiero didattico di accesso, un ballatoio all’ingresso e una passerella all’interno per consentire la vista dei vari strati e dei reperti archeologici rinvenuti.
“Viene restituito all’Emilia-Romagna e all’intero Paese un luogo di straordinaria bellezza, ricco di storia e di fascino – ha affermato l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo, presente all’inaugurazione – . Grazie all’azione corale di istituzioni e soggetti privati che hanno lavorato insieme, oggi possiamo festeggiare con la comunità quest’apertura”.
L’assessore ha ricordato l’impegno del suo predecessore, Mario Luigi Bruschini, che dal 2003 seguì da vicino il recupero e la riqualificazione del sito: “Uomo speciale, sapeva prendersi cura del prossimo e del territorio con grande umanità, dedizione e intelligenza. Doti – ha concluso Gazzolo – che gli hanno permesso subito di comprendere come questo sito costituisse un immenso patrimonio collettivo, da far rivivere coniugando la valorizzazione della risorsa estrattiva alla promozione del territorio e delle sue bellezze”. In memoria di Bruschini, l’amministrazione comunale di Riolo Terme ha consegnato una targa all’assessore Gazzolo.
Sul costo complessivo di 300 mila euro, la Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione un finanziamento di 230 mila, derivanti dagli oneri della cava di gesso aperta alla fine degli anni Cinquanta nel vicino Monte Tondo; 50 mila euro sono stati stanziati dal Comune di Riolo Terme e 20 mila dalla Provincia di Ravenna.

La Grotta
Sito dall’altissimo valore archeologico, è una delle testimonianze più interessanti a livello nazionale della lunga frequentazione umana in grotta sia a scopo cultuale, sia per la presenza di acque ritenute salutari.
La cavità, nota dalla metà dell’800 e frequentata a partire dalla tarda età del Rame fino all’età imperiale romana, è stata utilizzata innanzitutto per ragioni religiose e sepolcrali. Fruibile per scopi turistici e culturali fino all’inizio del 2001, venne chiusa in seguito a una frana che causò un’apertura nel pavimento.

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