Skip to main content

Rilettura di un mito: il Minotauro

Articolo pubblicato il 18 Febbraio 2019, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Centro Documentazione Donna

giovedì 21 febbraio 2019
ore 17

Luciana Tufani
parla di
Rilettura di un mito: il Minotauro
I miti greci, come pure le tragedie, sono una testimonianza indiretta del passaggio da società precedenti pacifiche e egualitarie alle successive società patriarcali violente e gerarchiche. Il mito di Arianna e del labirinto ne è un esempio e, se letto con occhi attenti, e al di là delle numerose riletture di tipo psicanalitico che ne sono state fatte, mostra come per giustificare il proprio predominio le popolazioni che hanno invaso Creta – una delle ultime società pacifiche di cui i reperti archeologici hanno lasciato testimonianza – hanno creato un mito in cui un animale che era sacro, il toro, è stato trasformato in mostro, il Minotauro, nato dalla passione incontrollabile di una donna lussuriosa, la società cretese è stata descritta come violenta, le donne che vi avevano una posizione importante (se non proprio quella di signora della città) relegate in ruoli minori: Pasifae moglie ispiratrice del tiranno, Arianna figlia e sorella che si allea con l’invasore e che in tal modo ne favorisce la “giusta” vittoria.
Luciana Tufani Nata a Trieste, da madre slovena e padre napoletano, ha vissuto nei primi anni in diverse città e paesi per poi approdare prima a Milano, dove ha frequentato le scuole elementari e medie e infine a Ferrara dove ha frequentato il liceo classico e poi l’università, laureandosi in Chimica. Ha poi insegnato per anni in molte scuole della città e della provincia, sia medie che superiori, materie scientifiche: da matematica a biologia, chimica e geografia. Sempre a Ferrara, ha fondato nel 1980 il Centro Documentazione Donna che tuttora dirige. La sua casa editrice pubblica la rivista bimestrale Leggere Donna.

L’incontro è organizzato in collaborazione con il Teatro Comunale di Ferrara in occasione dello spettacolo di Angela Finocchiaro “Ho perso il filo”.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Riceviamo e pubblichiamo



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani