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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


di Lanfranco Viola

Gentile direttore,
ho atteso che si allontanasse nel tempo l’esito scontato degli scrutini delle primarie del Pd, prima di scrivere qualcosa che dimostra come i politici spesso parlano di cose che non conoscono, o forse solo per sentito dire (e spesso in modo errato).
Il politico a cui faccio riferimento è nientepopodimenoche Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, non uno dei nostri amministratori Signor nessuno, come potrebbero testimoniare le 2.700 persone che erano presenti all’Unipol Arena di Casalecchio lunedì 3 dicembre.
In mezzo al lungo discorso che seguivo in diretta sulla televisione locale “è TV” ad un certo punto, nell’elencare le molte cose che non funzionano in Italia a cui avrebbe messo mano se fosse stato nominato segretario generale del Pd affermò: tante cose sono da cambiare, a cui è necessario mettere mano, tra cui il turismo, che ci porta 10 miliardi di entrate, ma che ha purtroppo 20 miliardi di uscite, per le spese dei nostri connazionali all’estero.
Già sentire pronunciare la parola “turismo” da un politico, mi aveva fatto sobbalzare e anche se queste non sono forse le parole esatte, questo è il senso della frase che è stata pronunciata, e che ho memorizzato per poterne riferire. Il che mi ha lasciato allibito, proprio in quanto pronunciata dal primo cittadino di una città come Firenze che ha oltre 12 milioni di presenze turistiche in un anno e che quindi di turismo ne dovrebbe masticare. Nonostante tutto, spero per questa segnalazione di non essere accusato di “lesa maestà”.
Ovviamente lo ritengo incolpevole proprio in quanto anche in questi anni di crisi, in quella città le presenze turistiche hanno continuato ad aumentare, quasi certamente per merito di altri personaggi illustri del passato (magari Michelangelo e Brunelleschi) e quindi perché occuparsene? Ho voluto segnalare questo micro-episodio a conferma della tesi che nessuno si occupa seriamente dell’industria turistica in quanto non sembrano neppure conoscerene i dati macro-economici, poichè: “dal 1970 il saldo della Bilancia dei pagamenti, tra le entrate portate dai Turisti stranieri (che per la Banca d’Italia sono registrate come Esportazioni) e le uscite dei nostri connazionali all’estero, la Bilancia è sempre stato in attivo”. Quindi si tratta di uno dei pochi settori che ha funzionato e che continua a funzionare.
Ora sono certo che nessuno glielo avrà fatto notare e che anzi corriamo solo il rischio che inizi a girare un’altra favola metropolitana, che finirà per essere di auto-giustificazione in città come Ferrara, che pur auto-dichiarandosi ad ogni piè sospinto “Città d’Arte e di Turismo”, in realtà dal 2008 nel turismo sta andando indietro come i gamberi. Tanto a chi gliene frega qualcosa? Non certo ai consiglieri di opposizione nelle varie amministrazioni (ma esistono? o sono ectoplasi?) Né tanto meno alle innumerevoli associazioni di categoria.
L’ignoranza è una gran brutta cosa.
Cordiali saluti
Arch. Lanfranco Viola

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Redazione di Periscopio

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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