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Completiamo la presentazione dei candidati a sindaco che domenica si sottoporranno al giudizio degli elettori ferraresi con quelli che hanno scelto di non appoggiarsi ai partiti. A Ferrara tre degli otto aspiranti hanno intrapreso la strada della lista civica. A tutti loro abbiamo sottoposto le medesime domande. Manca all’appello solo Marica Felloni di “Ferrara futura insieme”, che non si è resa disponibile. Qui sotto pubblichiamo le risposte di Francesco Rendine che, per denominare la propria civica, ha scelto tre concetti chiave (Giustizia, onore e libertà) tradotti nel simbolo in un emblematico “Gol“. Nell’intervista seguente raccogliamo le indicazioni di Mario Zamorani (Un’altra Ferrara).

Rendine, cosa l’ha indotta a presentare una sua candidatura indipendente, al di fuori delle logiche di partito?
La candidatura indipendente deriva dall’intenzione di uscire dalle logiche dei partiti, con le quali è stata ed è condotta la politica anche a livello locale: nessuna identificazione oggi con i partiti e con gli altri movimenti politici, e nessun compromesso.

Quali sono le priorità e gli elementi innovativi del suo programma?
Priorità: lavoro e sicurezza. Elementi innovativi: autofinanziamento della campagna elettorale; presentazione del candidato Sindaco, oltre che coi trentadue candidati al Consiglio, con la Giunta; dimezzamento delle indennità di Sindaco e Giunta per cinque anni; riduzione dell’imposizione locale per il primo triennio per favorire l’insediamento di nuove imprese e di nuove attività commerciali (75% in meno il primo anno, 50% in meno il secondo, 25% in meno il terzo).

Dovendo puntare su un tema secco per la riqualificazione e il rilancio di Ferrara, quale indicherebbe?
Turismo culturale, anche congressuale medico e scientifico e di nicchia.

Considerando il quadro molto frammentato e la presenza di otto candidati, ritiene di avere chance concrete di arrivare al ballottaggio?
Sì, riteniamo che esista la possibilità di andare al ballottaggio.

Se non dovesse farcela è disponibile a fornire il suo appoggio a un altro candidato o lascerà libertà di voto?
Giustizia Onore Libertà ha un comitato elettorale che, a maggioranza e con voto palese, ha deciso le scelte fatte fin qui, da quella del logo in poi: sarà il comitato elettorale a decidere che cosa fare in caso di ballottaggio fra altri candidati.

Che giudizio dà dell’amministrazione in carica? In cosa la promuove e in cosa la boccia?
Il giudizio è negativo, altrimenti avremmo al più scelto di fare una lista civica d’appoggio al sindaco in scadenza: viabilità, mobilità, traffico sono i punti negativi più evidenti fino a un degrado urbano che cresce e contro il quale non sono state fatte politiche di controllo e di limitazione. Nessuna promozione, nemmeno per la vantata riduzione del debito, perché è stata ridotta una piccola parte del debito creato dalle stesse amministrazioni.

I cittadini sono sempre più sfiduciati rispetto alla classe politica: è d’accordo nel ritenere che esista un grave problema di rappresentanza? Se sì, come pensa si possa superare? E le dinamiche a suo avviso sono sostanzialmente le stesse anche a livello locale?
Il patimento della politica ha superato la passione e il sentimento dominante è la noia. Una categoria di naviganti a vista di partiti morenti e nascenti, di transfughi e di delatori, di sicofanti e di incoerenti non può essere ritenuta rappresentativa da un elettorato attento e onesto.
Il superamento può avvenire solo con la punizione elettorale che porti alla scomparsa di coloro che male hanno meritato della cosa pubblica.
A livello locale le dinamiche sono in parte simili, ma le distanze ridotte fra candidati ed elettorato e la possibilità di incontro diretto e di confronto sono in parte una soluzione al problema indicato.

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Redazione di Periscopio



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