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Racket Festival: un giovedì sera ricco e articolato nel segno della letteratura e della musica

Articolo pubblicato il 17 Giugno 2014, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: ufficio stampa Ferrara Art Festival

Giovedì 19 giugno a Palazzo della Racchetta, dalle ore 21, a ingresso libero e
con servizio bar, va in scena il secondo, ricco appuntamento del Racket Festival.
Tenendo fede al suo sottotitolo (“Crossing the Arts: Teatro, Musica, Letteratura”)
giovedì sera, sul palco allestito all’aperto nel cortile dell’antico Palazzo a 100 metri
dal Listone (o nel salone al primo piano in caso di pioggia), si succederanno la
presentazione dei due romanzi dei due giovani autori: il ferrarese Stefano Bonazzi
e il bolognese Gianluca Morozzi e il concerto dell’altrettanto giovane cantautore
ferrarese Giacomo Marighelli, mentre prima e dopo gli avventori potranno visitare
le quattro mostre d’arte internazionali inaugurate sabato scorso.
Dopo il successo di critica e di pubblico riscontrato giovedì scorso col primo evento
teatrale del Festival (lo spettacolo “Rimani”, con la regia di Roberta Pazi), questo
giovedì sono di scena dunque la letteratura e la musica. Apre la serata il ferrarese
Stefano Bonazzi che presenta il suo fortunato romanzo “A bocca chiusa” (Edizioni
Newton Compton). A bocca chiusa, romanzo d’esordio di Bonazzi, racconta la
genesi di un assassino. Un viaggio allucinato tra i deliri del protagonista, che parte
da un’infanzia di violenze e privazioni per sfociare in un tragico finale.
Webmaster e grafico, Bonazzi ha esordito nel 2011 con il racconto Stazioni di
posta, scelto da Gianluca Morozzi per l’antologia Auto Grill, cui sono seguiti Morsi,
contenuto nel volume Il voltatore di pagine, e Primo amore, in Bologna violenta.
Segue Gianluca Morozzi che presenta “Radiomorte” (Guanda); un romanzo dal
ritmo serrato in cui l’autore ritrova le atmosfere e la suspense di Blackout,
chiudendo tra le quattro mura di uno studio radiofonico un gioco di specchi, di
verità, di orrori sepolti nell’idillio dell’Appennino bolognese.
Morozzi, bolognese classe 1971, ha pubblicato i romanzi Dieci cose che ho fatto
ma che non posso credere di aver fatto, però le ho fatte, Accecati dalla luce e la
raccolta di racconti Luglio, agosto, settembre nero, tutti usciti da Fernandel.
Conclude la kermesse il ferrarese Giacomo Marighelli con “Margaret Lee in
Concerto”. Un percorso, come del resto la vita. Si parte dal negativo per arrivare
attraverso la purificazione al positivo. Storie personali, storie di cronaca, storie
passionali. Giacomo Marighelli come qualunque cittadino, come persona comune,
come il proprio vicino di casa. Giacomo Marighelli come Giacomo Marighelli, si
pone domande, racconta di se e pregunta a Jodorowsky Alejandro come si può
amare, nonostante la negatività ci perpetui.
Presenteranno e interloquiranno coi tre giovani autori il giornalista Michele Govoni
e il curatore del Festival Virgilio Patarini.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani