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Questa mattina a Comacchio l’incontro con la delegazione di Beit Sahour

Articolo pubblicato il 18 Dicembre 2015, Scritto da COMUNE DI COMACCHIO

Tempo di lettura: 3 minuti


da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Un incontro emozionante quello che ha avuto luogo questa mattina presso il Piano Nobile di Palazzo Bellini con Lina Canavati Rahil e Wafa Musleh, due responsabili del Caritas Baby Hospital di Betlemme, giunte a Comacchio dalla città palestinese di Beit Sahour con la quale il Comune ha siglato un Patto di Amicizia lo scorso 30 ottobre.
Le due ospiti, con l’aiuto di un interprete, hanno raccontato della loro vita presso la piccola cittadina nei pressi di Betlemme e delle condizioni in cui vive il popolo palestinese. Ad assistere al loro intervento, alla presenza del Sindaco Marco Fabbri e dell’Assessore alla Cultura Alice Carli, erano presenti anche Alessandro Menegatti, che da anni si reca in Terra Santa per condividere con gli operatori del luogo le rispettive esperienze nel sociale, i membri del Consiglio Comunale dei Ragazzi, una rappresentanza del gruppo scout di Comacchio e gli allievi della 1C della scuola secondaria di 1°grado “Casati” di Porto Garibaldi, scelti per intraprendere un bellissimo percorso di gemellaggio con una classe proprio di Beit Sahour.
“Per noi è un miracolo essere qui – ha spiegato Wafa Musleh – il nostro Paese vive un momento molto difficile, eppure noi che non viviamo nella pace abbiamo voglia di parlarne. In inglese la parola ‘friendship’, ‘amicizia’, ha un grande significato: ‘friend’ vuol dire ‘amico’ e ‘ship’ vuol dire ‘nave’. Quello che stanno facendo Comacchio e Beit Sahour è proprio navigare insieme attraverso un Patto di Amicizia che non è tra sindaco e sindaco, ma tra popolo e popolo”.
“È la prima volta che vengo qui a Comacchio – ha raccontato a sua volta Lina Canavati Rahil – e sono felice di trovarmi davanti ad un gruppo così bello di ragazzi. La Palestina è un paese occupato e ciò significa non sentirsi mai liberi e sentirsi quasi stranieri in casa propria. Ma è da incontri come questo che si può imparare ad aprire la mente e il cuore al rispetto dell’altro”.
“Adesso è il vostro turno – ha continuato la responsabile del Caritas Baby Hospital rivolgendosi ai ragazzi presenti, i quali tra l’altro hanno potuto rivolgere le proprie domande alle due ospiti – Quello che mi auguro è di potervi vedere tutti quanti a Beit Sahour, perché adesso tocca a voi mantenere vivo questo patto di amicizia”.
“Per me è un onore accogliere queste due ospiti venute da tanto lontano – ha spiegato poi l’Assessore Alice Carli – devo dire che non vedo l’ora di venire a trovarvi perché le emozioni che mi hanno e che mi avete raccontato voglio avere l’opportunità di viverle di persona”.
Un ultimo saluto è arrivato, poi, dal Sindaco Marco Fabbri, recatosi personalmente in Palestina lo scorso ottobre per la firma del Patto: “c’è una foto molto rappresentativa che porto sempre con me, è un graffito in cui una bambina disarma un soldato, ed è questo che stiamo costruendo oggi qui con voi ragazzi. La vostra opportunità di conoscere una classe di Beit Sahour sarà importantissima perché attraverso di essa creerete cultura e solidarietà”.
“Come è stato già detto, quello tra Comacchio e Beit Sahour non è un Patto di Amicizia tra amministratori, ma tra persone che hanno voglia di conoscersi e condividere le proprie esperienze – ha concluso Fabbri – La ‘piccola’ Comacchio ha la fortuna di essere gemellata con una Città che è il centro del mondo ed il destino di questa comunità segnata da tante difficoltà, da quella firma del 30 ottobre scorso, è diventato anche nostra responsabilità”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
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(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani