Quell’irresistibile passione “antidepressiva”…
da: Claudio Riccadonna Ala
Ben vengano i mondiali di calcio! Davvero una vetrina straordinaria dello sport, che ci ipnotizzerà. L’attesa durata quattro anni è ormai finita e da poche ore si sono accesi quei riflettori magici che ci terranno incollati al piccolo, medio o grande schermo per oltre un mese e che ci introdurranno in un’atmosfera magica.
D’altra parte noi italiani siamo un popolo di calciofili e come possiamo restare indifferenti al fascino irresistibile dei campionati del mondo, che ci hanno già visti plurivincitori, addirittura a partire dai lontani anni Trenta. Certo solo 25 partite su 64… che rabbia! Che dire delle altre 39 “negate” da una mamma Rai al risparmio, probabilmente spendacciona su altri fronti? Non è il football lo sport nazional-popolare? Che intollerabile e spietato affronto “alle viscere” dei nostri connazionali! Allora molti di noi non potranno non ricorrere ai canali televisivi a pagamento che proporranno “in toto” la kermesse dell’anno, la vera “grande bellezza”.
Comunque un potente analgesico mentale e sociale, che ci distrarrà da problemi e da fastidiosi pensieri “negativi”. Ma che ce ne importa di crisi, di scandali, di riproposizioni quotidiane di ingiustizie insopportabili. D’altra parte, quelle “tumorali verità” ci appartengono e devastano quotidianamente il tessuto sociale; insomma dobbiamo farcene una ragione, non c’è speranza e sono ineliminabili! Suvvia ragazzi, non prendiamocela troppo, almeno per qualche settimana!… Ci sono, ricordiamocelo per l’ennesima volta, i mondiali che ci “isoleranno” da tutto e da tutti. Avranno il potere miracoloso e taumaturgico di estasiarci… di farci sentire “al settimo cielo” e di condividere, forse, anche l’emozione di una parziale vittoria. Del resto, non lo possiamo negare: soprattutto per molti maschietti, la passione calcistica equivale ad una sorta di relazione sentimentale che rappresenta l’amore di tutta una vita.
Come sostenuto da qualche psicologo “tifare, inoltre, farebbe bene alla salute, producendo una ricaduta positiva sui rapporti interpersonali, incentivando lo spirito di aggregazione e mantenendo alto il metabolismo, soprattutto nelle fasi concitate di una partita… Il calcio riesce sicuramente a trasferire un’ondata incontrollabile di emozioni. I cuori palpitano, gli spalti rumorosi dello stadio si colorano, il fischio dell’arbitro è il segnale dell’inizio di un nuovo spettacolo calcistico e coreografico”.
Il mondiale delle prossime settimane… una sorta di temporaneo farmaco antidepressivo, il cui unico limite, però, sta proprio nella sua somministrazione provvisoria, quindi nel suo effetto benefico circoscritto. Ma che ne sarà, allora, di noi dopo il 13 luglio! Qualcuno ci salvi… Tranquillizziamoci, non preoccupiamoci! Basta continuare la cura! Infatti, subito dopo, inizieranno le solite amichevoli di lusso estive, i triangolari e i quadrangolari ferragostani e poi, “dulcis in fundo”, nei primi giorni di settembre assisteremo al riaprirsi ciclico di tutti i campionati professionistici e dilettantistici locali.
Claudio Riccadonna Ala

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)