Quelli che… ma chi glielo fa fare di alzarsi alle 5.30 per correre? La Run530 a Ferrara
Quando un’amica, circa un mese fa, ci ha domandato “Perché quest’anno non partecipiamo alla run530?” ci siamo tutti guardati in faccia, con il dubbio che ci stesse solo prendendo in giro. Nessuno di noi è uno sportivo o tantomeno mattiniero. Io, per esempio, non sapevo neppure di cosa stesse parlando.
Ho scoperto quel giorno dell’evento Run530, organizzato in varie città italiane, in cui ci si riunisce tutti – fino a 3000 partecipanti – alle cinque del mattino per una corsa non competitiva attraverso un percorso di 5 chilometri e 300 metri. A Ferrara l’appuntamento è stato il 16 giugno.
Presi dall’entusiasmo, abbiamo comprato il biglietto e abbiamo organizzato tutto: dove incontrarci, la colazione che avrebbe seguito l’evento e dove cambiarci per poi andare a lavoro.
Ma con il passare dei giorni l’entusiasmo è andato a scemare e la pigrizia ha iniziato a prendere il sopravvento. Svegliarsi alle 4:30 di venerdì per partecipare a una corsa e poi andare in ufficio non sembrava più una buona idea. L’evento era ormai alle porte, avevamo ritirato le magliette rosse e puntato le sveglie: ormai non potevamo tirarci indietro.
Come noi, tantissimi cittadini avevano deciso di partecipare e alle 5:20 piazza Savonarola era affollata di magliette rosse, un vociare allegro e un’energia che non ci aspettavamo.
Al suono del “via” siamo partiti, c’è chi ha corso e chi ha passeggiato, chi ha scattato molte foto e chi ha chiacchierato portando con sé passeggini e bambini ancora in fasce.
A un evento del genere ci si aspetta di incontrare solo amanti dello sport, allenati e abituati ad alzarsi con il sole, invece dietro la linea di partenza, sorridenti e divertiti, c’erano ragazzi dai volti assonnati, uomini e donne di tutte le età, allenati o meno, neogenitori con passeggini, cani con i loro padroni e tanti curiosi.
La quarta edizione della Run530 nella città estense ha attraversato Corso della Giovecca, ha superato la Prospettiva per immergersi nel verde del Sottomura e riemergere in via Quartieri superando Porta San Pietro, per tornare al punto di partenza attraverso il centro cittadino, attraversando via Saraceno e via Mazzini.
Il risultato? Un’esperienza divertente e unica, che ha regalato ai partecipanti scorci della città avvolti dalla tipica luce dell’alba, appena velata da una lieve foschia. Un fiume di color rosso vivo ha tinto le strade desolate, riempiendo di vita e di energia alcuni dei luoghi simbolo della città. Al termine del percorso l’essersi svegliati presto non era più considerato una scocciatura, ma una vittoria, l’aver sconfitto la pigrizia aveva permesso a tutti di vivere un momento diverso, un’esperienza nuova e positiva.
Ciliegie e bevande attendevano i partecipanti all’ombra del Castello Estense, per rigenerarsi e godere di un momento di calma alle 7 del mattino, prima di salutarsi e rivestire gli abiti di un abituale venerdì mattina mentre il resto della città si sta appena svegliando.
Foto di Chiara Ricchiuti. Clicca sulle immagini per ingrandirle.

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Chiara Ricchiuti
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)