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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


Approfitto dell’uscita settimanale della rubrica “Immaginario” per fare i più sentiti auguri a tutti i lettori e per raccontare quattro curiosità sul Natale.

1)Le origini del panettone
La storia della nascita del celebre dolce natalizio sfuma con la leggenda; sono due le storie che godono di maggior credito:

–Messer Ulivo degli Atellani, falconiere, abitava nella Contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si fece assumere dal padre di lei come garzone e provò a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, miele e uva sultanina, per infornare poi il tutto. Fu un grande successo e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.
–Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili, ma dimenticò il dolce nel forno e quasi si carbonizzò. Toni, uno sguattero, gli venne in aiuto e propose una soluzione: con quanto era rimasto in dispensa (farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta) quella mattina aveva preparato dolce. In assenza di altro, si poteva portare quello in tavola. Il cuoco acconsentì titubante e si mise dietro una tenda a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: «L’è ‘l pan del Toni». Da allora è il “pane di Toni”, ossia il “panettone”.

2)Perché ci si bacia sotto il vischio
Rintracciamo le origini di questa usanza nel mondo dei Celti.
La dea Freya, protettrice dell’amore e degli innamorati, era una tra le spose di Odino. I due ebbero come figlio Baldr, il quale era bello, buono e amato fra le divinità. Sua madre decise di proteggerlo chiedendo aiuto agli agenti naturali (Aria, Terra, Acqua, Fuoco), alle piante e agli animali. Tuttavia si dimenticò di rivolgersi al vischio, proprio perché quella pianta non viveva né in cielo né in terra e non sembrava pericolosa.
Fu così che il dio maligno Loki costruì un dardo appuntito proprio con il vischio e lo usò come arma per uccidere Baldr. Freya si mise a piangere sul cadavere del figlio, le sue lacrime diventarono le bacche perlacee del vischio e Baldr tornò in vita. Da allora Freya ringrazia chiunque si scambi un bacio passando sotto al vischio, dandogli la sua protezione nella vita amorosa.
Questa storia è sopravvissuta nei secoli fino ad influenzare la tradizione natalizia, secondo la quale baciarsi sotto al vischio è simbolo di amore e fortuna. In effetti, uno dei significati del Natale è anche questo: ricordarsi che ciò che vale di più nella vita non sono tanto le cose, ma le persone che amiamo!

3)La prima canzone cantata dallo spazio
Il 16 dicembre 1965, i due astronauti Walter Schirra e Thomas Stafford partirono a bordo della Gemini VI per concludere il primo attracco della storia ad un’altra navicella, la Gemini VII. Una volta attraccati, presi dall’euforia, fecero uno scherzo alla stazione di comando, lasciando un messaggio secondo il quale avrebbero avvistato un UFO. Dopo aver svelato la verità, intonarono la celeberrima Jingle Bells con l’ausilio di un filo di campanellini. In questo modo, proprio il famoso motivetto natalizio divenne la prima canzone cantata al di fuori dell’atmosfera terrestre.

4)Il più grande regalo di Natale
Si tratta della Statua della Libertà. Ideata e realizzata tra il 1880 e il 1886 da Frédéric Auguste Bartholdi, con la collaborazione di Gustave Eiffel che ne progettò gli interni, fu donata dai Francesi agli Stati Uniti d’America nel periodo natalizio come segno di amicizia tra due popoli e di commemorazione della Dichiarazione d’Indipendenza avvenuta un secolo prima.

Ferrara film corto festival

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Vittoria Barolo

Dagli studi classici alla laurea in comunicazione. Una giovane che ricerca la sua strada, tra il fascino per la sua terra, il Polesine, e un occhio di riguardo per l’ambiente. Le piacciono i cani, il cioccolato, le foto e le piante carnivore.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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