Proposte di riqualificazione dell’area ex-zuccherificio di Comacchio
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Da: Organizzatori
In questi giorni il tema più discusso sia sui banchi del Consiglio Comunale che nelle sale civiche è la questione relativa all’ex zuccherificio di Comacchio e la sua rinaturalizzazione attraverso l’importazione di fanghi prodotti dalla Petrolchimica Spa di Ostellato tramite un progetto promosso dal Comune di Comacchio, SIPRO e Parco del Delta del Po. Detti fanghi, lavorati utilizzando tecnologie di “land composting” o “biopile” il cui fondamento è rappresentato dalla capacità di numerosi ceppi microbici sia batterici che fungini di attaccare, in ambiente controllato, un largo spettro di molecole chimiche trasformandole in energia e nutrimento facendo diventare dunque terreno inquinato, in questo caso da idrocarburi, terreno “bonificato” utilizzabile anche a scopi appunto di rinaturalizzazione. Il progetto succitato prevederebbe la realizzazione di una garzaia e l’importazione dei fanghi (250 mila metri cubi) lavorati e depositati a creazione di una sorta di oasi verde di 35 ettari.
D’altro canto però, parte della cittadinanza rappresentata da un comitato composto da alcune forze di opposizione e Legambiente si oppone a detto progetto considerando i vari pericoli legati alla contaminazione delle falde ivi presenti e alla reale bontà del terreno movimentato che potrebbe di fatto non essere del tutto salubre, arrecando forse più danni che altro. La proposta di detto comitato consiste nello spostamento di terreni già presenti nel sito per la realizzazione di una zona umida con isole e specchi d’acqua derivante dai canali circostanti il tutto attraverso finanziamenti regionali.
Valutate le varie posizioni di maggioranza e opposizione e i dati in possesso, anche il Partito della Rifondazione Comunista di Comacchio intende esprimere il proprio parere, ricordando che già nel 2013 lo stesso, presentò appunto un’interpellanza comunale ove si chiedeva la sistemazione e la bonifica dell’area in questione invasa da animali infestanti e vegetazione tale da creare disagi agli abitanti delle zone limitrofe, i quali avevano presentato nella circostanza, una raccolta firme ed un esposto in tal senso. Si ricorda altresì che anche recentemente gli stessi abitanti stanno continuano la loro battaglia presentando esposti alle istituzioni per la presenza costante di animali infestanti che invadono le loro aree cortilive private.
Come ieri, anche oggi l’interesse primario dello scrivente partito è tutelare la salute ed il benessere delle persone non rinunciando però al miglioramento della propria città. Riteniamo pertanto controproducente il progetto di SIPRO e degli altri soggetti promotori, a fronte soprattutto dei tanti interrogativi posti in essere in questi giorni e l’insofferenza di numerosi abitanti. Tenendo inoltre presente che i citati fanghi “biopile” di fatto andrebbero poi nel tempo costantemente monitorati, arrecando più timori e pericoli che benefici.
Dall’altro lato però non brilla particolarmente nemmeno la controproposta illustrata a Palazzo Bellini da Roberto Tinarelli di Asoer ed avvallata dalle minoranze consiliari che presenta anch’essa grosse lacune. Nello specifico riteniamo che non vi sia la necessità di creazione di ulteriori zone umide visto che le stesse non sono quel che manca a Comacchio che è già detentrice dello specchio vallivo più grande d’Europa e capitale europea del birdwatching. Cosa ancor più importante è il fatto che una nuova zona umida aumenterebbe la proliferazione di insetti in particolare della zanzara killer (del genere “culex”) portatrice del virus West Nile che ha provocato molti problemi e purtroppo anche diversi decessi proprio nella nostra provincia. Si tenga altresì ben presente che entrambi i progetti non andrebbero in alcun modo a sviluppare realmente tutta quell’enorme area caratterizzata dalla imponente ed ingombrante presenza del rudere dell’ex zuccherificio che risulta essere un “pugno nell’occhio” proprio all’ingresso del territorio comunale, nelle adiacenze dell’uscita della superstrada Ferrara-mare, un panorama che di certo non è un bel biglietto da visita per i turisti, per non parlare del fatto che nessuna delle parti ha sentito il parere di chi abita in quella zona e che probabilmente si sentirebbe danneggiata in entrambi i casi ed investita da nuovi disagi.
Se di bonifica dunque si parla, non si può evitare di trattare la questione da un punto di vista più vasto e complesso che vada oltre al risanamento di una piccola porzione dell’ex sito industriale. Le istituzioni e i comitati dovrebbero insieme battere i pugni per arrivare ad un risultato che ambisca ad una vera riqualificazione di quella porzione di territorio abbandonata a se stessa. Occorrono soluzioni più concrete, tali da assicurare un vero miglioramento sia economico che turistico. Negli anni sono state avanzate tante proposte e progetti degni di nota per quell’area, come per esempio la creazione di strutture ricettive di alta qualità, centri sportivi con campi da golf, stazione ferroviaria, darsene turistiche per piccoli natanti oppure una darsena a servizio dell’idrovia. Di questi progetti oggi non si parla più ma sicuramente ricompariranno puntualmente in prossimità delle prossime amministrative.
A conclusione del presente comunicato, per i motivi sopra esposti, invitiamo le forze politiche e sociali in campo ad una riflessione più vasta, che allarghi il dibattito al fine di cercare una soluzione veramente utile alla cittadinanza, rispolverando magari quei i progetti ancora validi del recente passato.
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