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Da: Ufficio Stampa Arci Ferrara

Regia di Wim Wenders (Germania, 1987 – 130′). Ingresso 5 €, restauro 4K.

Mercoledì 4 dicembre alle ore 21.00 al Cinema Boldini verrà proiettato – in versione originale sottotitolata in italiano – il capolavoro “Il cielo sopra Berlino” del tedesco Wim Wenders, valsogli il Premio per la Miglior Regia al Festival di Cannes del 1989. Partecipa alla sceneggiatura anche il Premio Nobel per la Letteratura 2019, Peter Handke.

Nel cielo grigio sopra Berlino, nelle sue vie e nei suoi edifici si aggirano innumerevoli angeli non visibili agli adulti ma individuati dai bambini. Essi possono sentire i pensieri di ognuno e cercare, mettendosi loro accanto, di lenire i dolori dei più sofferenti. Due di loro, Damiel e Cassiel, si ritrovano periodicamente per raccontarsi le reciproche esperienze. Damiel è quello a cui pesa maggiormente la propria condizione: vorrebbe poter diventare uomo per percepire il senso della materia e della quotidianità. Grazie a una trapezista e a un attore riuscirà a prendere una decisione fondamentale, perdendo l’eternità ma acquisendo la desiderata dimensione umana.

Il film torna nelle sale, in versione restaurata, in omaggio al protagonista Bruno Ganz, ineguagliabile angelo scomparso a febbraio, e in occasione del trentennale della caduta del Muro di Berlino, muro che solo due anni prima è stato per sempre immortalato in questa pellicola.

Il restauro 4K è stato fortemente voluto e curato personalmente da Wenders stesso curato personalmente da Wim Wenders e realizzato dalla Wim Wenders Stiftung nel laboratorio di restauro della ARRI: un complesso lavoro digitale sulle immagini e il suono, durato quasi un anno, che ha permesso di portare alla luce lo splendore della fotografia in b&n e colori di Henri Alekan e la nitidezza delle immagini andata perduta nelle copie di proiezione a causa del particolare processo di stampa del tempo. Il regista ne parla così:
“In nessun modo abbiamo modificato il film originale, nemmeno nel suono, che abbiamo anche restaurato ed adattato al sistema 5.1 di oggi. Nella scansione digitale sono stato in grado di decifrare i cartelli stradali, illeggibili per 30 anni, e le immagini sui muri di Thierry Noir, l’artista di street art ora famoso, erano più vivide che mai. La città scomparsa di quel tempo è davvero apparsa ai nostri occhi, con il suo atteggiamento malinconico nei confronti della vita e il suo blues. Mi è stato chiesto se il film è invecchiato. Come posso dire? Gli angeli sono sicuramente senza età, ma noi siamo diventati più vecchi. La città è cambiata così tanto che a malapena si può parlare di ‘invecchiamento’, piuttosto della proverbiale ‘fenice che rinasce dalle ceneri’. Nel suo restauro digitale, tuttavia, Il cielo sopra Berlino ha sicuramente riscoperto la propria infanzia, o almeno l’innocenza del suo negativo originale”.

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Arci Ferrara



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