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Profughi, la vicepresidente Gualmini risponde alla Lega nord

Articolo pubblicato il 26 Luglio 2015, Scritto da REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Tempo di lettura: 2 minuti


da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Il prefetto ci ha chiesto una mano per l’allestimento di alcune tende solo per 48 ore. L’Emilia-Romagna fa la sua parte nel sistema di assegnazione, e non intende superare la quota che le spetta su base nazionale”.

“In Emilia-Romagna sinora non si sono registrate molte tensioni, né tantomeno invasioni di massa, perché il sistema di accoglienza organizzato su piccole strutture e su un’elevata rotazione ha funzionato. Il prefetto, che ha competenza esclusiva sul tema immigrazione, ci ha chiesto una mano per l’allestimento di alcune tende solo per 48 ore. Gli allestimenti temporanei sono stati utilizzati in molte città e regioni, e non siamo certo i primi. Parliamo peraltro di popolazioni che assai difficilmente rimarranno in Italia”. Così Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione e assessore alle Politiche di Welfare, risponde alle accuse della Lega nord, riprese da agenzie di stampa.

“Spiace dover ricordare alla Lega – prosegue Gualmini – un semplice concetto statistico che continuo a ribadire in ogni mia dichiarazione pubblica: l’Emilia-Romagna fa la sua parte nel sistema di assegnazione per quote di profughi, peraltro messo a punto dal governo di centro-destra e dall’allora ministro Maroni nel 2011, e non intende superare la quota che le spetta su base nazionale, pari al 6% del flusso totale degli arrivi. E’ evidente che se aumenta il totale degli arrivi, aumentano anche i profughi che arrivano da noi, sempre però nell’ambito del nostro 6% e delle ripartizioni che spettano anche alle altre Regioni. Siamo persone serie e responsabili; non possiamo accogliere tutti, ma per emergenze di 1-2 giorni non scappiamo e rispondiamo. Soprattutto di fronte a flussi temporanei di migranti. C’è da auspicare però che il governo provveda a far rispettare a tutte le Regioni le assegnazioni prestabilite, tramite un’azione coordinata delle prefetture. In caso contrario, come nel 2011, si dichiari lo stato di emergenza umanitaria e si prendano provvedimenti conseguenti. Le Regioni – conclude Gualmini – non possono fare tutto da sole; c’è un limite anche all’accoglienza”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
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PAESE REALE
di Piermaria Romani