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Da Lega Nord Emilia Romagna

Terre del Reno (Ferrara), 24-05-‘17.
«Gli errori di comunicazione commessi da chi doveva gestire l’avvio della stagione di ricerca del tartufo, lo scorso anno, sono sotto gli occhi di tutti. La poco “capillare” diffusione dell’avviso del ritardo, nell’avvio della stagione, ha prodotto come conseguenza che circa 200 tartufai (in possesso di regolare licenza) si sono mobilitati per recarsi al Bosco della Panfilia. Salvo rischiare una sanzione: tutto ciò è inaudito.» Il consigliere regionale della Lega Nord, Marco Pettazzoni, si prepara a dare battaglia, per sollecitare chi ha il compito di gestire la stagione di raccolta del prelibato “Tuber Magnatum”, meglio noto come “tarfufo”. Una prelibatezza che per il territorio di Sant’Agostino (oggi, Terre del Reno) rappresenta una fonte di indotto e un marchio distintivo. Tanto da spingere molti appassionati a spostarsi, il 1° settembre dello scorso anno al Bosco della Panfilia, da varie parti della regione, salvo trovare un cartello che avvisava del rinvio di due settimane rispetto all’inizio della stagione e le guardie pronte a sanzionare ogni violazione. «Una brutta figura per il Comune di Sant’Agostino, nell’occasione – precisa Pettazzoni – che aveva pubblicato la notizia del rinvio soltanto mediante il proprio sito istituzionale, non certo soddisfacendo in questo modo gli obblighi di “pubblicità, diffusione e informazione” che le norme raccomandano in questi casi.» Per di più, le stesse regole impongono anche la pubblicazione di informazioni simili nel Bollettino ufficiale telematico della Regione, con il servizio per l’attività Faunistico-venatoria che dovrebbe dare la maggiore diffusione possibile a ritardi, come quello dello scorso anno (la stagione fu spostata dal 1° al 15 settembre; ndr). Ma, come si può intuire, tutti questi passaggi non sono avvenuti. «La Regione – chiede Pettazzoni in un’interrogazione diretta all’Assemblea legislativa – deve spiegarci se i fatti si sono svolti così e precisare quando partirà la stagione di raccolta al Bosco della Panfilia (parte integrante del patrimonio regionale; ndr) e fare chiarezza sui regolamenti, per evitare brutte figure come quelle dello scorso anno.»

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