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Si sente forte l’esigenza di riferimenti strategici perché nei prossimi anni i principi di sussidiarietà, le necessarie politiche industriali di settore e soprattutto una chiara impostazione di sviluppo e di miglioramento ambientale sono esigenze inderogabili.
La prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti, prima ancora del riutilizzo, riciclaggio e recupero energetico, sono i temi su cui si ritiene doversi maggiormente impegnare, ma permane tuttavia ancora carenza di visione strategica e di chiara regolazione; così come i principi di autosufficienza, di responsabilità condivisa, di prossimità e di gestione integrata restano ancora indefiniti nella esigenza di una necessaria fase di ristrutturazione (sia normativa che gestionale).

E’ urgente la definizione di una nuova politica industriale nel settore dei rifiuti. In particolare:
1* la modifica delle produzioni nel senso della diminuzione dei rifiuti e dell’incremento della riciclabilità dei prodotti (in accordo con principi europei di “responsabilità allargata”) introducendo il concetto di “ciclo di vita LCA” nella politica in materia di rifiuti
2* la valorizzazione del tasso di recupero di materia (prima) e di energia (poi) incorporata nei rifiuti, mediante incentivazione e sviluppo delle raccolte separate, del mercato delle materie secondarie e integrazione dei sistemi di raccolta e gestione con le ulteriori forme di trattamento
3* le attività di ricerca tecnologica, sia nel settore industria che nell’agricoltura, in grado di produrre innovazioni positive, a favore della chiusura dei cicli; orientamento del sistema produttivo verso beni ad alto tasso di riutilizzabilità/recuperabilità e a bassa nocività di smaltimento, privilegiando l’adozione di tecnologie e materiali a ridotto consumo di risorse ed energia di trasformazione;
4* la creazione di interventi diversificati (come le filiere corte) ai vari livelli della distribuzione, dal produttore, al grossista, al negoziante, al singolo consumatore, in modo tale che siano possibili interventi efficaci a livello di città e di bacino provinciale.

In particolare è opportuno ricordare la ormai lontana direttiva europea 2008/98/CE del 19 Novembre 2008 che essendo stata pubblicata il 12 dicembre 2008 impegnava tutti gli Stati Membri che entro 24 mesi debbono recepirla (termine ultimo era il 12 dicembre 2010), in sintesi:
E’ confermato il principio del “chi inquina paga”:
introduce l’importante principio della “responsabilità estesa del produttore”,
viene posta enfasi sulla prevenzione dei rifiuti.
La gerarchia dei rifiuti viene rivista e ampliata. a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento.
Su questa fondamentale strategia di sostenibilità ambientale è richiesto da tempo un impegno delle istituzioni e della collettività verso una serie di obiettivi importanti e nello stesso tempo necessari; tra questi determinanti sono quelli che tutti (da chi produce, a chi consuma, a chi amministra, a chi gestisce) devono assumere per ottenere un sistema integrato (autosufficienza, responsabilità condivisa, prossimità, gestione integrata, etc).
Siamo in grave ritardo.

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

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