Primarie Pd, a Ferrara l’affluenza dimezzata suona come una bocciatura
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Da Forza Italia Ferrara
Se una considerazione può essere espressa sulle Primarie per la segreteria del Pd è che, per l’ennesima volta, a sinistra non esistono le sorprese. Passa con una grandissima maggioranza (76%) la mozione Renzi, quella del segretario uscente, lo stesso che aveva detto che in caso di bocciatura al referendum costituzionale si sarebbe occupato di tutt’altro, abbandonando la politica.
Non credo di generare scandali se dico che l’esito, anche nelle proporzioni, era più scontato. In alcune località Renzi è stato votato con percentuali che avrebbero spaventato la Bulgaria del periodo del pre-Perestrojka.
Alla vigilia del voto ciò che preoccupava maggiormente i democratici era l’affluenza al voto, infatti le stime sul numero minimo per definirsi soddisfatti era prudentemente quella di un milione di elettori, circa la metà di quello che è stato in base ai dati sommari.
Se a livello nazionale il calo di affluenza è stato netto ma non drastico, in Emilia Romagna, e in particolare a Ferrara, credo che il segnale degli elettori di centro-sinistra sia chiaro, con una mancata partecipazione di circa il 50% rispetto alle ultime consultazione, un dato che suona da forte bocciatura delle politiche adottate dal Pd, sia sul piano nazionale, che in quello locale.
Criminalità diffusa, aumento degli sbarchi, confusione nella politica dei richiedenti asilo, mancanza di lavoro con un numero in costante crescita di giovani italiani costretti a prendere la via del trasferito all’estero, sanità in sempre maggiore difficoltà. È un dato proprio di questi giorni che il sistema sanitario italiano è classificato al 22° posto in Europa. Sempre in termini economici il Pd al governo, è talmente sotto scacco delle forze minoritarie che ha perfino cancellato i voucher pur di non scontrarsi con la Cgil.
E in tutto questo scenario c’è pure chi ha la sfrontatezza di fingere di festeggiare.
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