Prima gli Italiani. Dal quattro di marzo populisti e sovranisti sono la nuova religione, oltre il cinquanta per cento del paese.
Il credo nell’Io e Mio assoluti, Qui e Ora e in ogni luogo dello stivale, il popolo di santi, poeti e navigatori, il culto del popolo sovrano, del cittadino primus inter pares è la nuova confessione a cui tutti si dovranno convertire.
Se mai abbiamo temuto uno Stato confessionale, ora è giunto il suo momento, è la stagione della nuova religione che celebra il popolo sovrano, il popolo che comanda, la religione che deve pervadere di sé ogni angolo del paese, ogni sinapsi dei cervelli di questa nazione.
Gli Unti dal Signore hanno ceduto la scena agli Untori, se non sei un fedele del nuovo culto, sei un paria, un reprobo, un nemico del popolo.
Un popolo di cittadini molto post millesettecentottantanove che va all’assalto delle casse dello Stato per rivendicare il diritto naturale al reddito di nascita, passando così dai vitalizi della casta ai vitalizi dei cittadini, perché l’uomo in natura nasce pagato, poi è la politica che lo corrompe, fregandogli il suo malloppo guadagnato per diritto di nascita.
È sempre la solita storia di Giangiacomo, che si nasce buoni in natura, e poi è la società che ci corrompe, non c’è società che si salva, ma si può sempre recuperare la purezza se si è sovrani a casa sua.
Ci aspettiamo la nazionalizzazione delle banche e l’esproprio di tutti i ricchi, una società senza classi, tutti cittadini a reddito o rendita di nascita.
Fuori tutti gli altri, a partire dall’Europa che è solo un accidente geografico e pertanto non può vantare pretese. Per la moneta non c’è bisogno dell’euro, se ci sono i bitcoin che promettono rendite favolose, ci potrà anche essere l’Italo, la moneta fai da te, perché il ritorno alla lira sarebbe un deja vu, Italo è più creativo e fa più sovranità popolare.
Noi poi in quanto ad autarchia e a sovranità popolari abbiamo a nostra disposizione la memoria di un glorioso ventennio di fasti littori da cui attingere e c’è già chi è pronto a dare una mano.
Il lavoro non ci sarà più non perché ci siamo liberati dalla condanna biblica del lavoro, ma perché è il lavoro che si è liberato di noi, di noi non ne ha più bisogno.
Non è che il lavoro è un vecchio arnese destinato a scomparire, che ha finito di sfruttare uomini e donne, semplicemente ha trovato come sfruttarli meglio di prima, con il lavoro sottopagato, con il lavoro in nero, schiavizzando la mano d’opera degli immigrati.
Allora, mettiamoci in salvo almeno noi con il nostro reddito di nascita, chiudendo le frontiere, circondando di filo spinato ad alta tensione le nostre coste, così in casa nostra non ci sarà più nessuno da sfruttare. Non è chiudere gli occhi, e solo allontanare per non vedere. Cosa c’è di male?
Deglobalizziamoci in nome della localizzazione estrema, l’Italia agli Italiani e tutti gli altri fuori.
Gli immigrati a casa loro, a casa loro li possiamo anche aiutare, così loro, da casa loro, in cambio ci pagano il reddito di nascita. Mica vorranno venire a fare le colonie qui da noi, che la colonia la facciano là da dove sono venuti.
Perché combattere il sistema? Roba di cinquant’anni fa! Facciamoci piuttosto il capitalismo di casa nostra, ognuno per sé tutti per uno.
Destra, sinistra, antifascismo litanie d’altri tempi. L’economia oggi corre sul digitale, nell’accumulo delle ricchezze non ce n’è per tutti. Ma non preoccuparti perché se anche nella corsa resterai ultimo per tutta la vita, l’importante è che resti nel tuo guscio con il tuo reddito di nascita garantito. Non pretenderai mica una vita di realizzazione? Non pretenderai mica di correre, se le gambe per correre non ce le hai! E poi, diciamocelo, la felicità, la felicità vera è decrescita. La felicità è non desiderare, la felicità è non avere bisogno, desiderio e bisogno il reddito di cittadinanza li sconfigge alla nascita.
La felicità è qui, lontani da ogni invasione, da ogni cultura che non sia il tuo rassicurante, conosciuto folk. Vuoi scherzare? La parola d’ordine d’ogni novax che si rispetti è “no contaminazione”!
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Giovanni Fioravanti
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