Da venerdì 1 dicembre
Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino libreria Ibs+Libraccio di Ferrara
Mostra dedicata a Minimal Incipit
I Minimal Incipit nascono dall’abbinamento tra le prime righe di un romanzo (incipit) e un segno grafico minimale che ne rappresenta l’essenza. Realizzati digitalmente e stampati principalmente su cartoncino pressato formato A4, si posso richiedere anche in formati più grandi.
Gli elementi grafici minimali realizzati con la predominanza di un unico colore, li rendono particolarmente adatti ad integrarsi in un qualsiasi ambiente come complemento di arredo o elemento principale.
I Minimal Incipit si dividono in tre edizioni:
• Classici
Gli incipit più amati dal pubblico, i grandi e intramontabili classici della letteratura, da Omero a Kafka passando per Tolstoj e Manzoni.
• Contemporanei
Gli incipit dei romanzi più significativi del ‘900 (Calvino, Hemingway, King…) insieme ad alcuni autori italiani dei nostri giorni che hanno dato il permesso per la realizzazione del proprio Minimal Incipit (Biondillo, Tavola, Pavone, Baccomo, Muzzopappa).
• Favole
Non tutte le favole iniziano con “C’era una volta…” e questa edizione ne è la dimostrazione. La prima tiratura è dedicata alle favole classiche.
Minimal Incipit è un’idea del grafico pubblicitario C[h]erotto (all’anagrafe Giancarlo Pasquali) nato qualche anno fa con le idee non ancora ben chiare su quello che farà da grande: è indeciso tra il grafico e l’edicolante. Da bambino sfoga la propria creatività disegnando, da adulto (più o meno) nulla cambierà: ed ecco che, nell’indecisione, è la bizzarra vocazione per il mestiere di grafico ad avere la meglio. Grazie all’amore congiunto per grafica, fumetti, letteratura e stile minimale, in una notte di novembre del 2012 nascono i Minimal Incipit.
Venerdì 1 dicembre alle 18:00
Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino libreria Ibs+Libraccio di Ferrara
Piero Stefani presenta Il grande racconto della Bibbia
Il Mulino
Dialoga con l’autore Giacomo Poretti
Introduzione musicale di Lucilla Rose Mariotti
«Grande codice dell’Occidente», «giacimento culturale», «guida sapienziale», «libro-mondo», «grammatica dell’esistenza», «testo dell’essere nella storia e dell’esserci della storia», «specchio dell’invisibile volto di Dio»: l’elenco delle definizioni, sacre o profane, rigorose o evocative, potrebbe continuare. Nelle sue varie versioni, la Bibbia è il testo sacro per ebrei e cristiani; inoltre molte delle sue storie sono presenti nel Corano. La sua grande forza germinativa è attiva da secoli, oltre che nelle tradizioni religiose, nella cultura, nell’arte, nelle letterature, nella riflessione filosofica e politica, nella sfera civile. È possibile trovare il bandolo per raccontare il «Racconto dei Racconti», nella sua peculiarità di testo «rivelato» che rimanda alla fede, e di testo «secolare» che rimanda alla cultura? Sì, e il risultato sarà tanto più avvincente quanto più si terrà conto – come fanno queste pagine – che si è di fronte a un’opera nella quale le visioni di fede si esprimono attraverso un linguaggio radicato nella concreta esperienza umana. Troviamo infatti, nelle parabole e negli apologhi, nelle figurazioni, nelle vicende narrate, prove morali e materiali, conquiste spirituali, fraternità, inimicizie, fiducia, disperazione, cadute terrene, riscatti, e nel fondo un inestinguibile desiderio di pace.
Piero Stefani insegna Bibbia e cultura nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano ed è presidente del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE). Fra i suoi libri ricordiamo «L’Apocalisse» (2008) e «Gesù» (2012) per il Mulino; l’edizione di Qohelet (Garzanti, 2014); «L’esodo della Parola. La Bibbia nella cultura dell’Occidente» (EDB, 2014); «La Bibbia di Michelangelo» (Claudiana, 2015) e «Sulle traccedi Dio» (Qiqajon, 2017).
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