Skip to main content

Presentazione libro “La strada di Marco” (23 novembre 2018)

Da: Organizzatori

Perché scrivere un libro su Marco Coletta? A proteggere il canale che lo ha inghiottito, mancava la protezione, mancava quel guardrail di lamiera che delimita il pezzo d’asfalto con il vuoto. Un filo vitale che, sette mesi dopo, è stato installato e ha salvato la bellezza di undici vite umane.
Su tutto questo il libro vorrà porre l’attenzione, a partire dall’incapacità dell’istituzione di proteggere una sua arteria viaria importante, purtroppo una delle tante ancora oggi lasciate al fato in giro per l’Italia.
Vorrà raccontare la breve vita di un ragazzo poco più che ventenne, dei suoi sogni, del suo calvario e quello di una famiglia che ha lottato fino all’ultimo per ridargli giustizia. Perdendo tutto, ma mai la dignità.

Venerdì 23 novembre 2018, alle ore 17.30, presso la libreria Feltrinelli (via Garibaldi 30, Ferrara), sarà presentato il volume del giornalista Nicola Bianchi: ‘La strada di Marco. Storia di un ragazzo, di una curva maledetta e di una battaglia giudiziaria da Ferrara a Strasburgo: il “caso Coletta” ’ (Faust Edizioni, collana di criminologia. Prefazione dell’avvocato Nicodemo Gentile).
Ne parlerà con l’autore Anja Rossi.
Saranno presenti Antonella Finotti e Daniele Coletta (genitori di Marco).
L’editore devolverà in beneficenza i proventi della vendita del libro.

9 settembre 2005.
Una notte.
Un canale.
Un ragazzo.
Sedici metri di guardrail (mancanti).
Due genitori-coraggio.

Ho acquisito, grazie a questa esperienza, la consapevolezza che la Giustizia, anche quando arriva, non lenisce le ferite né attenua il dolore per quella perdita immane, che giunge inaspettata e che stravolge l’esistenza.
Disorienta però quando Essa rimane una chimera, un’entità impalpabile, che, invece di proteggere, mostra il suo lato ruvido a chi già è stato duramente colpito.
Dalla prefazione di NICODEMO GENTILE

NICOLA BIANCHI (Portomaggiore, 1978). Giornalista professionista dal 2007, è vice caposervizio della re-dazione ferrarese di “QN – il Resto del Carlino”. Cronista di nera e giudiziaria, ha raccontato i casi più scottanti della provincia: dall’omicidio Aldrovandi al crac Coopcostruttori, dal fallimento Carife alla costruzione dell’ospedale di Cona.
Nel 2015 è stato votato “giornalista dell’anno” dall’Associazione Stampa Ferrara per avere contribuito, con i suoi articoli-inchiesta, alla riapertura delle indagini su un ‘cold case’ di trent’anni prima: l’assassinio, a Goro, del diciottenne Willy Branchi.

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)