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Presentazione del libro “Nel caso non mi riconoscessi” alla Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Articolo pubblicato il 28 Febbraio 2019, Scritto da IBS.IT BOOKSHOP

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Ibs+Libraccio

Sabato 2 marzo alle ore 18:00, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, Francesca Capossele presenterà il libro “Nel caso non mi riconoscessi” (Playground).

Dialogherà con l’autrice Andrea Bergamini

Il romanzo muove dalla fuga di Alda, nel 1953, poco prima delle nozze, verso la Germania orientale, lasciando alle spalle un silenzio e un mistero irrisolti fino alla caduta del Muro di Berlino nel 1989.

All’epoca Alda è una trentenne, laureata in matematica, che vive a Ferrara con i genitori. Ha vissuto un’adolescenza e una giovinezza piccolo borghesi, tra certezze politiche (è una giovane fascista convinta) e sogni di matrimoni e carriere improbabili, interrotti dalla guerra che ha costretto la famiglia a sfollare dal centro della città verso la campagna. Ed è lì che conosce l’ufficiale tedesco Stephan Felder, di cui si innamora e con cui avrà una breve storia d’amore, prima della ritirata della Wehrmacht.

La loro relazione sembra chiudersi definitivamente con la fine della guerra, ma dopo qualche anno, Alda riceve una lettera dall’ex ufficiale Felder, nella quale le dice di essersi sistemato a Lipsia, nella casa dell’infanzia, e le lascia intendere di essere diventato un pezzo grosso del nuovo regime comunista della DDR. Presto, Stephan proporrà ad Alda di raggiungerlo, e di nascosto da tutti, in primo luogo dalla propria famiglia e dal promesso sposo italiano (un agente di polizia), Alda fugge nella Germania Orientale, dove ricomincerà una nuova vita con il nome di Carin Felder.

Alda attraversa quasi quarant’anni di regime comunista, raccontati magistralmente da Francesca Capossele, capace di ricostruire e mescolare il vissuto comune dei cittadini della DDR (la paura, le privazioni) e quello personale di Alda, l’italiana fuggita dall’Occidente (non per ragioni politiche, e forse nemmeno sentimentali), riuscendo a combinare la precisa descrizione dei meccanismi del regime comunista ma anche la rivolta di una donna che aveva rifiutato il destino assegnatole dalla sua appartenenza alla piccola borghesia e al genere femminile.

Francesca Capossele (1958)

Nata a Rovigo, vive e lavora a Ferrara. Ha esordito nel 2016 con 1972, finalista al Premio Modus Legendi.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani