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da: organizzatori

Come scrivere 180 lettere al direttore senza mai ricevere risposta
Lettere alla “Nuova Ferrara” e al “Resto del Carlino” & scritti vari
(Faust Edizioni, 2015, fuori collana)

Con un saluto di
GIANNA VANCINI
Presidente del Gruppo Scrittori Ferraresi

Ne parlerà con l’autore
GIAN PAOLO BORGHI
Studioso di etnografia e di storia locale

Letture a cura dell’autore
Sarà presente l’editore Fausto Bassini

Con il patrocinio del Gruppo Scrittori Ferraresi

«Questo “libro-contenitore” nasconde piccoli tesori, tutti da leggere (o da rileggere) per un numero
decisamente elevato di motivazioni che il lettore scoprirà in maniera agevole»

Dalla prefazione di Gian Paolo Borghi

La prima parte del volume raccoglie le lettere originali che Francesco Benazzi ha spedito, in oltre vent’anni, ai quotidiani il Resto del Carlino e la Nuova Ferrara. Sono freschi cammei a tutto campo, storie minime che spaziano dalle lapidi del Castello Estense ai ciclisti indisciplinati, dalla “salama” premiata a Parigi nel 1878 agli errori di toponomastica, da una critica al Barbiere di Siviglia diretto da Abbado alle notizie meteo scritte in versi per renderle meno monotone.
Nella seconda parte vengono proposti gli articoli – spesso veri e propri saggi – pubblicati su riviste locali. Il versatile autore ci conduce tra battaglie instancabili nei palazzi della burocrazia, poesie di Leopardi e fiabe di La Fontaine tradotte in dialetto, eventi della storia ferrarese, grandi protagonisti delle scene musicali tedesca e italiana.
Prenda di mira la mano senza guanto del bottegaio nel macinato, o l’anniversario dimenticato di Cosmè Tura, stiamone certi: la penna ironica e pungente di Benazzi non fa sconti.

FRANCESCO BENAZZI, insegnante di lettere negli istituti superiori cittadini, ora in pensione, ha partecipato a numerosi concorsi letterari conseguendo vari premi. Da sempre appassionato di musica classica tiene, all’Università Popolare, corsi di cultura musicale e guida all’ascolto. Collaboratore di riviste del Gruppo Scrittori Ferraresi e membro del Tréb dal Tridèl (l’Accademia della Crusca del dialetto ferrarese), è al suo terzo libro dopo Mi, Frara e Ludvìg e Ferrara nel processo unitario (1860-61).

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