Presentato il seminario nazionale di studio “Bambine e bambini tra relazioni di cura e nuove identità. Adulti e bambini: immagini a confronto”
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da: ufficio stampa Comune di Comacchio
Sabato 22 novembre a Palazzo Bellini si svolgerà un seminario nazionale di studio dal tema “Bambine e bambini tra relazioni di cura e nuove identità. Adulti e bambini: immagini a confronto”, illustrato questa mattina nel corso di una conferenza stampa, introdotta da Patrizia Buzzi, coordinatrice demagogica dei servizi 0-3anni del Comune di Comacchio. Con l’intento di creare un collegamento con il mondo educativo e scolastico attraverso un’azione culturale sinergica, volta a destrutturare gli stereotipi che ci accompagnano sin dalla più tenera età, Buzzi ha sottolineato che “l’educazione di genere riveste un ruolo cruciale per combattere luoghi comuni e pregiudizi che la famiglia, la scuola, la società ci propongono sottoforma di modelli di comportamento, ruoli di genere a seconda che nasciamo maschi o femmine.” Ribadendo il ruolo cruciale dell’azione culturale, quale unica arma per prevenire la violenza di genere, Buzzi è poi entrata nel merito del progetto formativo sviluppato nel 2012, che ha visto il coinvolgimento dei servizi educativi 0/6 anni di Comacchio e del Delta. Gli esiti del progetto, condotto da Manuela Gallerani, docente di Pedagogia dell’Università di Bologna, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’educazione di Bologna, con la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Ferrara, il Centro Studi sul genere e l’educazione saranno illustrati durante il seminario di studi in programma per sabato 22 novembre a partire dalle ore 8.30 in Sala Polivalente “San Pietro”. “Il mio contributo al Convegno – ha evidenziato la professoressa Gallerani-, muove da un approccio interattivo-costruttivista e problematicista, per indagare il ruolo del linguaggio (degli adulti) e dell’educazione cosiddetta “implicita” nelle relazioni educative. L’obiettivo risiede nel ricostruire la rappresentazione dell’educazione (declinata al femminile? Al maschile? O neutra?) veicolata da educatori/trici nei servizi per la prima infanzia. Infatti, a partire da una Ricerca-Azione (R-A) biennale, ancora in corso nei nidi del Delta, emerge un duplice interrogativo: 1) come le educatrici si rappresentano e veicolano le relazioni di genere? 2) Come tali rappresentazioni influenzano l’educare ai generi secondo una prospettiva plurale, critica e complessa? Illustrerò, inoltre, alcuni presupposti epistemologici per un’educazione ai generi fondata sul rispetto nei confronti delle differenze (di tutte e di ciascuna), soffermandomi sull’importanza del gioco (di parole), della narrazione, della lettura e dell’educazione dello sguardo nei confronti di ciò che è bello”. L’Assessore alle Pari Opportunità Alice Carli ha spiegato quanto “sia importante per una realtà come la nostra, per certi versi ancora un po’ chiusa, aver aperto un varco nel tema complesso dell’educazione di genere. La nostra azione culturale parte proprio dai servizi educativi per la prima infanzia – ha aggiunto -, perché è fondamentale cominciare proprio dai bambini più piccoli a contrastare gli stereotipi, insegnando il rispetto dell’altro, qualunque sia il suo genere.” L’Amministrazione Comunale non ha certo intenzione di fermarsi al seminario di studi e alla prima infanzia, poiché intende allargare l’esperienza maturata a tutte le scuole di ogni ordine e grado e alle famiglie, in collaborazione con le associazioni femminili locali. Come ha sottolineato Agnese Malpeli, coordinatrice pedagogica della Coop sociale Girogirotondo “abbiamo partecipato al biennio del corso di formazione, facendo prima di tutto un lavoro di educazione su di noi, per apportare cambiamenti nei servizi, sino ad arrivare alle famiglie. Ci sono pregiudizi radicati – ha proseguito Malpeli – che vanno contrastati, educando alla differenza per far prevalere l’uguaglianza. Abbiamo attivato una prassi per mettere in pratica l’educazione di genere e siamo tutti entusiasti del percorso compiuto.” Sono intervenute alla conferenza stampa anche Barbara Ingranata, educatrice del nido comunale “Il giglio” e Melania Fogli, insegnante della scuola d’infanzia statale “G. Carducci”. Al seminario di studi che si svolgerà sabato prossimo saranno presenti, tra gli altri anche Franco Frabboni, docente emerito di pedagogia generale dell’Università di Bologna, grazie al contributo del quale sono partiti nel 1988 i servizi educativi nel Comune di Comacchio. Il seminario nazionale di studio vuole dunque essere un percorso di ricerca in progress, che nei prossimi anni coinvolgerà oltre ai servizi educativi, studenti, docenti, famiglie e cittadini interessati ad approfondire il tema della differenze, dal punto di vista scientifico.
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